Creta on the road, itinerario di viaggio

Creta on the road, itinerario di viaggio


Uno dei modi migliori per andare alla scoperta delle bellezze dell’isola di Creta è sicuramente quello di organizzare un itinerario on the road.

L’antica culla della civiltà Minoica presenta un’ampia offerta turistica. Storia, siti archeologici, spiagge caraibiche, itinerari del gusto e paesaggi di struggente bellezza, c’è solo l’imbarazzo della scelta.

Una vacanza a Creta è adatta anche a chi ama il turismo outdoor, come le uscite in barca a vela, lo snorkelling e le camminate. Ma è ideale anche per chi vuole trascorrere alcuni giorni di completo e meritato relax al mare, con la famiglia o gli amici.

 

Bouganville in fiore ad Agía Galíni a Creta

Bouganville in fiore a Agía Galíni

 

Se state pianificando un viaggio itinerante a Creta vi consiglio di strutturarlo a blocchi di giornate suddivise per zone geografiche. Così sarà più semplice dedicare i tempi corretti alle visite, senza incorrere in inutili perdite di tempo negli spostamenti da una località all’altra.

Dopo aver visitato i luoghi di maggior interesse di Chania, il nostro tour si è sviluppato lungo la costa meridionale, per poi risalire la provincia di Réthymno fino a rivedere nuovamente il mare.

Si tratta di un itinerario perfetto per chi vuole andare alla scoperta di luoghi autentici, come i piccoli villaggi, la natura incontaminata e l’ospitalità che solo i cretesi sanno regalare.

 

Articolo aggiornato il 26 dicembre 2021.

 

Indice

 

Creta on the road, itinerario di viaggio

Note per la lettura

A causa della traslitterazione dai caratteri dall’alfabeto greco a quello latino, alcune volte i toponimi possono risultare imprecisi. Un esempio pratico. La segnaletica stradale riporta diciture diverse per la stessa località: Chania, Haniá, Xaniá.

Per non fare confusione e scusandomi in anticipo per eventuali errori, ho deciso di uniformarmi alle guide che ho usato durante il viaggio.

Il racconto l’ho trascritto come lo avevo appuntato dal vivo sulla mia moleskine.

 

Mappa itinerario Creta on the road

Il nostro tour on the road per le strade di Creta

 

GIORNO 1

Chania – Hóra Sfakíon – Frangokástello – Préveli – Plakiás

Il desiderio di scoprire posti interessanti rappresenta sempre un valido incentivo per mettersi in strada, soprattutto quando si è spinti dalla curiosità di vedere dopo tanti anni un luogo di cui si conserva un ricordo indelebile.

Nel nostro caso si tratta di Hóra Sfakíon, un minuscolo borgo di case bianche adagiato sul Mar Libico, nel quale avevamo trascorso alcune settimane di vacanza nel lontano 1992.

 

Panorama di Hóra Sfakíon a Creta

Hóra Sfakíon

 

Ci mettiamo in viaggio sulla New Road in direzione Réthymno. In questo tratto la superstrada è fiancheggiata da splendidi oleandri in fiore.

All’altezza di Vrýses svoltiamo a destra e prendiamo una strada panoramica che seziona l’isola da nord a sud. Superiamo alcuni paesini dove sembra che il tempo si sia fermato, con gli anziani seduti in piazza sotto le foglie di grandi platani.

Facciamo una breve sosta nel villaggio montano di Ímbros, località frequentata dagli amanti delle camminate in quanto punto di partenza del sentiero che si addentra nell’omonima gola, lunga 8 chilometri.

Assieme alle Gole di Samaria e alla scalata del Monte Gingilos rappresenta uno dei trekking più famosi di Creta.

La strada che porta giù verso il mare è stata rimodernata. Mi ricordo che le prime volte che ero venuto da queste parti, la corriera doveva fermarsi e fare manovra per superare alcuni tornanti particolarmente stretti.

Hóra Sfakíon non è più la stessa. Purtroppo!

Alcuni residence di nuova costruzione ed il completo rifacimento del molo hanno reso più artificiale l’anima del villaggio. La località comunque è sempre stata abbastanza affollata, soprattutto da gente di passaggio.

 

Il porticciolo di Hóra Sfakíon a Creta

Il porticciolo di Hóra Sfakíon

 

Molti turisti infatti sostano qui solo il tempo necessario per prendere i traghetti che portano a Loutró ed Agía Rouméli, oppure per salire sugli autobus dopo aver partecipato alla escursione alle Gole di Samaria.

Qui avevo conosciuto Ljubiša. Veniva dalla Serbia, di giorno faceva il posteggiatore di pullman nello slargo dietro la chiesetta ad inizio paese mentre la sera girava di taverna in taverna in cerca di qualcuno che gli offrisse una birra. Parlava abbastanza bene l’italiano.

Mi aveva raccontato che da giovane aveva fatto il marinaio. Aveva lasciato donne e figli un po’ dappertutto, gli ultimi ad Haiti.

Lo ritrovai anni dopo in centro a Chania. Mi disse che era malato, soffriva di asma ed il dottore gli aveva prescritto delle passeggiate mattutine sul lungomare.

Mi mise grande tristezza. Con tutte le persone che aveva conosciuto in giro per il mondo pensai, aveva iniziato l’ultima tappa della sua vita da solo come un cane.

 

La Chiesa della Vergine Maria a Hóra Sfakíon Creta

La Chiesa di Cristo e della Vergine Maria a Hóra Sfakíon

 

In fondo al borgo c’è ancora il piccolo bar “Kri-Kri”, dove la sera andavamo a giocare a biliardo. Qui trovavamo spesso un vecchio pastore che si chiamava Barbayannis.

All’imbrunire lasciava il suo mitata in montagna e scendeva a valle. Era sempre vestito con la camicia nera, i pantaloni a sbuffo (vraka) e sulla testa indossava una bandana nera con le frange chiamata sariki.

Appena entrato nel locale appoggiava al muro il suo bastone (katsouna), prendeva posto su uno sgabello di fronte al banco di mescita ed affogava i suoi pensieri nella tsikoudiá.

Da quando abbiamo messo piede sul versante sud del massiccio di Lefká Óri (i Monti Bianchi), il famoso vento meltemi ha iniziato a farci compagnia.

Lasciamo Hóra Sfakíon e dopo un quarto d’ora circa arriviamo a Frangokástello. La località significa Castello Francese, è una fortezza edificata dai veneziani nel 1204 per tenere sotto controllo i pirati ed i vicini ribelli di Sfakiá.

La roccaforte ha avuto un ruolo importante anche durante la guerra di indipendenza contro gli ottomani e proprio qui si svolse una delle battaglie più sanguinose.

 

Le rovine del castello di Frangokástello a Creta

Le rovine del castello a Frangokástello

 

Il muro perimetrale esterno si è conservato molto bene, mentre l’interno è più rovinato. Nella torre sud-occidentale è ospitato un piccolo museo che raccoglie foto d’epoca. A valle del castello si estende la bella spiaggia di Orthí Ámmos, presa d’assalto da numerosi bagnanti.

Dopo aver consumato un veloce spuntino lasciamo Frangokástello e ci dirigiamo attraverso una strada panoramica verso oriente.

Il paesaggio è bellissimo. Da una parte l’azzurro intenso del mare e dall’altro rilievi brulli con sfumature giallo ocra, giallo paglierino, verde ulivo ed il grigio delle rocce.

Le proprietà terriere adibite a pascolo sono delimitate da alte reti elettrosaldate, quelle che solitamente vengono usate qui da noi in edilizia.

Le capre invece per ripararsi dal sole si appiccicano in fila indiana ai parapetti ed ai muri di sostegno della strada. Tra un villaggio e l’altro fa la spola con il suo furgoncino un venditore ambulante di frutta e verdura.

Arriviamo a Plakiás a metà pomeriggio e dopo un breve giro perlustrativo fissiamo l’alloggio per la notte da Manolis Apartments. Si rivelerà un’ottima sistemazione.

 

 

Il cortile interno del monastero di Préveli a Creta

Il cortile interno del monastero di Préveli

 

Non è ancora giunto il momento di fermarci. Fatto rifornimento di acqua fresca e scaricati i bagagli, lasciamo il nostro appartamento e ci dirigiamo a visitare lo storico monastero di Préveli. È situato in una posizione incantevole a picco sul mare.

Come altri monasteri anche questo ha avuto la sua importanza sia durante la resistenza contro la dominazione turca sia durante la Battaglia di Creta della seconda guerra mondiale.

Meritano senz’altro una visita il piccolo museo e la chiesa che conservano icone ed ornamenti sacri.

Poco a valle i monaci hanno costruito un piccolo zoo, dove trovano alloggio caprioli, pavoni, anatre e un cerbiatto.

 

La spiaggia di Préveli a Creta

La spiaggia di Préveli

 

Per concludere degnamente la giornata ci trasferiamo sulla spiaggia di Préveli. Ci sono due vie che conducono laggiù.

La prima un chilometro a valle di Moní Préveli. La seconda invece è un po’ più lunga e si dirama subito dopo le rovine del vecchio monastero all’altezza di un pittoresco ponte ad arco.

Noi optiamo per quest’ultima. La strada sterrata, che in cinque chilometri porta alla spiaggia di Amoúdi, va affrontata con un minimo di prudenza, almeno da chi come me è suggestionato dagli strapiombi.

Una volta parcheggiata l’auto su uno slargo si prende sulla destra un sentiero a gradoni che scavalca la spalla rocciosa ed in alcuni minuti di camminata porta alla spiaggia di Préveli.

Conosciuta anche con il nome di spiaggia delle Palme, sorge proprio allo sbocco della Gola di Kourtaliótiko, lambita dal fiume Megalopótamos che sfocia in mare.

 

Panorama della spiaggia di Préveli a Creta

La spiaggia di Préveli vista dal sentiero di accesso

 

Si tratta di un luogo incantevole, con la sabbia grigia che contrasta con le tonalità celesti ed azzurre del mare. Un vero paradiso.

Come vi avevamo accennato nel nostro articolo dedicato alla zona occidentale di Creta, spiagge e monasteri sono un binomio caratteristico del paesaggio e della vita sociale dell’isola.

Per cena ci trasferiamo nel grazioso villaggio di Myrthios, adagiato sul fianco della collina che sovrasta Plakiás. Nel piccolo borgo ci sono un paio di taverne molto conosciute, frequentate sia da turisti sia da gente del posto, entrambe con terrazze affacciate sulla baia sottostante.

Quella odierna è stata una giornata fantastica, dura se vogliamo, una di quelle che però ti fanno amare intensamente i viaggi e ti danno la spinta ogni anno per ripartire e scoprire posti nuovi.

 

Dove dormire a Plakiás

Manolis Apartments, (valutazione complessiva Eccellente 9,0 su Booking).

Se volete camere spaziose, pulite, con la possibilità di cucinare, questa allora è una sistemazione economica che vi consigliamo di provare. Dotata di parcheggio privato, la struttura ha un piccolo giardino con piscina.

  

GIORNO 2

Plakiás – Agía Galíni – Valle di Amári – Pánormo

Quella di oggi l’abbiamo definita a posteriori “la giornata dei paesaggi”. Andiamo a scoprirli assieme.

Lasciamo Plakiás mentre il meltemi continua a soffiare impetuoso. Superata la gola di Kourtaliótiko, quella che sbocca sulla spiaggia di Préveli, ci addentriamo in un paesaggio di struggente bellezza dove il giallo ocra dei rilievi privi di vegetazione la fa da padrone.

 

Creta itinerario on the road

Gli splendidi olivi secolari di Creta

 

Lasciato sulla sinistra il monte Kedros e sulla destra il monte Siderotas, attraverso un canalone arriviamo giù ad Agía Galíni. Si tratta di un villaggio costiero che negli ultimi decenni è stato un po’ snaturato dall’eccessivo sviluppo turistico. Siamo solo a metà mattinata ma fa già molto caldo.

Dopo la pioggia di Atene qui a Creta abbiamo trovato una sequenza ininterrotta di giornate di sole e sarà così fino alle fine della vacanza. Scendiamo fino al mare e Riccardo ne approfitta per fare il bagno.

 

La Chiesa della Vergine Panagia a Méronas Creta

La chiesa della Vergine Panagia

 

Riprendiamo la strada del ritorno fino a Spíli. Nei piccoli villaggi che attraversiamo durante il tragitto notiamo diverse costruzioni abbandonate con i lavori ancora da ultimare. In pratica sono state elevate solo le colonne in cemento armato che formano lo scheletro dell’abitazione e gettati i solai dei vari piani.

Sul ciglio della strada è stato abbandonato (momentaneamente?) anche un motocarro, privo della ruota anteriore. Affinché possa rimanere in equilibrio la cabina è stata appoggiata sopra due blocchi in calcestruzzo.

Lasciata Spíli, la strada inizia a salire con una serie di tornanti verso la valle di Amári.

Una folta vegetazione ricopre i crinali delle montagne che ci circondano. Ci fermiamo per una breve sosta nel paesino di Méronas, dove nella Chiesa della Vergine Panagia ammiriamo degli affreschi molto interessanti, tra cui segnaliamo quello della Crocifissione.

 

Il campanile del villaggio di Amári a Creta

Il campanile del villaggio Amári

 

Proseguiamo per Amári. Il villaggio è situato in una posizione incantevole, con un campanile del XIX secolo dal quale si possono ammirare degli scorci mozzafiato sul paesaggio circostante.

L’unica nota stonata è rappresentata dal fatto che il borgo è deserto e sia la taverna sia il kafeneío sono chiusi.

Quello che manca ad Amári però lo troviamo nella taverna Klados, che si trova quasi di fronte al duecentesco monastero di Asomátos, pochi chilometri più avanti.

Il locale è semplice, ha un terrazzo all’aperto sotto un pergolato di canne, le sedie sono impagliate e la tovaglia cerata, però la cucina casalinga ed il vino sono squisiti.

 

Il villaggio di Amári a Creta

Villaggio di Amári

 

Una strada tortuosa ci catapulta fuori dalla valle di Amári attraverso dei rilevi ricoperti in buona parte da arbusti di ginepro, ginestra, salvione giallo ed oleandri, che creano una vera e propria tavolozza di colori.

Scendiamo verso il mare attraversando coltivazioni di ulivi secolari, con i tronchi nodosi attorcigliati su sé stessi che creano strani giochi ottici.

A metà pomeriggio arriviamo al famoso monastero di Moní Arkadíou. L’edificio riveste un importante significato per i cretesi, in quanto è stato un simbolo della resistenza contro la dominazione ottomana.

Nel 1866 infatti i turchi inviarono sull’isola l’esercito con lo scopo di reprimere i moti insurrezionali.

 

Il cortile interno del monastero di Arkadíou a Creta

Il cortile interno del monastero di Arkadíou

 

La gente del posto allora abbandonò le proprie abitazioni e si rifugiò all’interno del monastero. Quando un folto contingente di soldati ottomani attaccò l’edificio, gli assediati piuttosto che arrendersi decisero di far saltare in aria un deposito di polvere da sparo, causando la morte di tutti presenti, turchi compresi. Solo una bambina si salvò.

Al centro del cortile c’è la chiesa in stile veneziano del 1587 che ha una bellissima facciata rinascimentale, sormontata da un campanile con tre campane.

Tra le travi in legno che spuntano dal sottotetto che sormonta il porticato spuntano i nidi delle rondini arrivate un paio di mesi fa dall’Africa.

Da una cella esce una vecchia suora che ci saluta e si rifugia a gambe levate in chiesa per un momento di preghiera.

 

La facciata della chiesa del monastero di Moní Arkadíou a Creta

La facciata della chiesa di Moní Arkadíou

 

Per la notte decidiamo di fermarci in una delle località balneari che si susseguono tra Réthymno ed Heráklion. La nostra scelta cade su Pánormo.

Si tratta di un piccolo villaggio situato sulla costa a circa una ventina di chilometri da Réthymno, punto di partenza strategico per la visita all’altopiano di Nída di domani mattina.

Si respira un’atmosfera tranquilla e rilassata. Dopo una breve trattativa fissiamo ad un prezzo conveniente la camera in un hotel vista mare di Pánormo, situato appena fuori dal centro abitato.

 

GIORNO 3

Pánormo – Anógia – Altopiano di Nída – Chania

Lasciate le onde del mare che si infrangono sugli scogli di Pánormo di buon mattino, ci addentriamo nell’entroterra montuoso della provincia di Réthymno.

Saliamo dolcemente fino ad Anógia, tra rigogliose piantagioni di ulivi ed alberi da frutto. Attraversiamo piccoli borghi le cui casette bianche sono mimetizzate dietro enormi oleandri e cespugli di buganvillee.

Elisabetta, da amante dei fiori qual è, non può nascondere il suo stupore per quello che sta ammirando. La strada è abbastanza scorrevole, l’unico intoppo è rappresentato dai mezzi agricoli che procedono sulla carreggiata e che rallentano notevolmente la marcia, dato che i tratti utili per effettuare sorpassi sono limitati.

 

Il sentiero del monte Psilorítis a Creta

Salita al monte Psilorítis

 

Il villaggio di Anógia è un passaggio obbligato per tutti i visitatori che si recano sull’altopiano di Nída. Durante la seconda guerra mondiale fu uno dei centri principali della resistenza greca contro le truppe tedesche e ne pagò le conseguenze a caro prezzo.

I nazisti infatti, come rappresaglia per aver ospitato i soldati delle forze alleate ed aver collaborato al rapimento del generale H. Kreipe, diedero alle fiamme le costruzioni del paese ed uccisero tutti i componenti maschi.

Sono appena le 9.30 del mattino ma le taverne sono già affollate di gente. Noi ci fermiamo in un kafeneío gestito da due anziani proprio all’imbocco della strada che sale verso il monte Psilorítis.

È il più alto di Creta con i suoi 2456 metri e conosciuto anche come monte Ída. Mentre sorseggiamo un caffè, dal terrazzo del bar siamo in grado di scorgere il tratto della costa settentrionale che abbiamo lasciato stamani.

 

La chiesetta di Análipsis lungo la salita al monte Psilorítis a Creta

La chiesetta di Análipsis

 

La strada si impenna bruscamente verso il cielo terso subito dopo aver lasciato Anógia. Ventuno chilometri di curve e tornanti ci catapultano sull’altopiano di Nída, situato a circa 1400 metri di altitudine.

Man mano che si sale la vegetazione si dirada sempre più. Durante il tragitto riusciamo a scorgere delle greggi di capre e pecore.

In prossimità di un mitata ne scorgiamo alcune con il vello color rosso cremisi. Strabuzziamo gli occhi, in un primo momento ci chiediamo divertiti se il rosso sia il loro colore naturale, poi pensiamo che si siano sporcate il mantello arrotolandosi per terra, infine optiamo per la marchiatura anche se il dubbio rimane.

Arriviamo su uno slargo dove sorge un rifugio, parcheggiamo l’auto e ci prepariamo a salire alla Grotta di Idéon, l’attrattiva della valle.

Spira un vento sostenuto anche quassù. Da un lato la sua azione ci infastidisce durante la salita, mentre dall’altro ci regala un po’ di refrigerio dopo la giornata torrida di ieri.

Imbocchiamo un sentiero stretto in pietrisco, una kalderimi come la chiamano a Creta, che in 580 metri ci condurrà a destinazione.

 

Panorama dell'altopiano di Nída a Creta

Panorama dell’altopiano di Nída

 

A metà percorso circa facciamo una breve sosta davanti alla chiesetta di Análipsis, circondata da un muretto in pietra, bassi arbusti di phrygana ed alcuni aceri cretesi.

In alto, sopra di noi, si staglia la vetta spoglia del monte Psilorítis. La caverna, conosciuta anche come Idéon Andron, è il luogo in cui secondo la mitologia greca Zeus fu allevato dalla ninfa-capra Amaltea.

Kronos nel frattempo, il padre cannibale, perlustrava ogni altura per trovare e poi divorare il figlio.

Da quassù si ammira un panorama meraviglioso sulla vallata che assume la forma di un grande vassoio. I pascoli verdeggianti e fertili sono solcati in lungo e in largo da stradine di campagna i cui tracciati sembrano usciti dal pennello di un pittore.

 

Gregge di pecore a Creta

Gregge di pecore al pascolo

 

Dopo esserci fermati a contemplare questo paradiso respirando aria fresca a pieni polmoni, ci rimettiamo in macchina e ci tuffiamo giù verso il mare.

Eccoci nuovamente sulla New Road direzione Réthymno. Sul tratto di costa situato tra il capoluogo della provincia e Georgioúpoli era già presente alla fine degli anni Novanta una corsa alla speculazione edilizia alimentata dall’industria del turismo.

In prossimità di Armeni usciamo dalla superstrada e rientriamo verso l’entroterra.

Superiamo l’abitato di Neo Horio, poco prima di arrivare a Stilos veniamo bloccati da un folto gregge di pecore che sta attraversando la strada.

Sembra di entrare in un mondo incantato, non c’è traffico, non ci sono rumori. Si sentono solo le cicale che friniscono. La gente se ne sta seduta in piazza all’ombra di grandi platani.

 

Panorama della valle di Amári a Creta

Panorama della valle di Amári

 

È metà pomeriggio ed anche noi approfittiamo di questa oasi di pace per infilarci sotto il pergolato di una taverna e degustare un ottimo agnello al forno.

Il nostro itinerario on the road sulle strade di Creta termina qui.

 

Dove mangiare

A Creta non avrete certamente problemi a trovare un luogo dove mangiare bene.

Quelli che vi elenchiamo sono i locali che abbiamo provato noi durante il nostro itinerario on the road, ma durante il tragitto avrete solo l’imbarazzo della scelta. Questo è poco ma sicuro.

 

Taverna Panorama, Myrthios.

Locale informale frequentato sia da turisti sia da gente del posto, propone i piatti tipici della cucina cretese. Ha una bella terrazza che si affaccia sulla baia sottostante, regalando un panorama mozzafiato ai suoi avventori.

Taverna To Faraggi, Stilos.

Nel villaggio ci sono alcune taverne lungo la strada principale, frequentate esclusivamente da gente del posto. I locali sono semplici ma offrono gustosi piatti a prezzi veramente economici.

Noi vi consigliamo la taverna To Faraggi. Se capiterete da queste parti durante la bella stagione potrete accomodarvi in uno dei tavolini all’aperto sistemati sull’altro lato della strada, riparati sotto il fogliame di grandi platani.

Klados Taverna, Scholi Asomaton.

Situata ad un crocevia a poche decine di metri dal monastero di Asomatos, questa informale taverna ospita per lo più gente di passaggio. Sul retro ha un bel terrazzo riparato da un pergolato di canne dove mangiare all’aria aperta. La cucina è buona.

 

Fuso orario Grecia

Ora solare standard rispetto all’Italia: + 1

 

Letture consigliate

Lo scalino d’oro, di Christopher Somerville

 

Photo credits: la foto della mappa è stata scaricata da Google Maps.

Steve

Sono nato a Udine nel 1963 e vivo a Galleriano, un piccolo paese di campagna in provincia di Udine. Appassionato di geografia, ho viaggiato fin da piccolo grazie ai miei genitori.

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Un android developer a tempo perso, una polacca innamorata dell'Italia e un appassionato di geografia prestato all'informatica.

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