Se state pianificando un viaggio di Gorizia e Nova Gorica e avete a disposizione un’oretta libera, vi consigliamo di inserire nel vostro itinerario il Monastero di Castagnevizza.

Credeteci, è tempo ben speso.

Si tratta di un’oasi di pace e spiritualità immersa nella natura, che avvolge in un grande abbraccio le due comunità dai suoi 143 metri di altitudine.

La collina su cui sorge il complesso prende il nome dagli alberi di castagno che in passato tappezzavano i versanti, anche se ormai ne sono rimasti pochissimi.

Da queste parti però tutti la conoscono con l’appellativo di Kapela.

Cosa trovate in questo articolo?

Il resoconto della nostra visita al monastero di Castagnevizza, oltre a una serie di curiosità e appunti storici che potranno arricchire la vostra esperienza.

 

Indice

 

Nova Gorica: cenni storici

La cittadina fu progettata a tavolino al termine della seconda guerra mondiale su indicazione del Maresciallo Tito.

Il trattato di Parigi del 1947 infatti aveva delineato il confine tra Italia e Jugoslavia e il Goriziano era stato diviso in due parti.

La città di Gorizia e una porzione della regione all’Italia, i territori che si estendevano nell’entroterra invece passarono alla Jugoslavia.

Ai residenti di quei territori venne comunque chiesto in quale dei due paesi intendesse vivere.

La nuova regione però era priva di un capoluogo e punto di riferimento amministrativo, così nacque l’esigenza di progettare e costruire ex novo una città.

La prima pietra fu posata il 13 giugno 1948 e il progetto urbanistico redatto dall’architetto sloveno Edvard Ravnikar.

 

Monastero di Castagnevizza: cosa vedere

Dal piazzale antistante il complesso, dove ci sono le piazzole per parcheggiare i mezzi, si apre una splendida vista sul Parco del Rafut.

Sullo sfondo in rapida successione il grande edificio a forma di una “E” che in passato ospitava il seminario di Gorizia, la tozza sagoma del Castello e le due cupole a cipolla della chiesa di Sant’Ignazio.

In primo piano invece, leggermente spostato sulla sinistra, spunta dal bosco il tetto a cupola di Laščakova Vila.

La costruzione è opera dell’architetto goriziano Antonio Lasciac (Anton Laščak), è stata completata nel 1914 in stile neo-islamico.

L’architetto infatti, dopo aver completato il suo percorso di studi a Vienna, lavorò per diversi anni ad Alessandria d’Egitto, partecipando alla ricostruzione della città dopo i bombardamenti ad opera della RAF britannica.

L’edificio e il parco che lo circondano sono attualmente in fase di ristrutturazione e dovrebbero riaprire al pubblico nel 2026.

In basso infine scorrono i binari della Transalpina.

La linea ferroviaria fu inaugurata nel mese di luglio del 1906 con l’obiettivo di collegare Vienna con Trieste, il principale sbocco sul mare dell’impero austro-ungarico.

Al giorno d’oggi invece i treni passeggeri collegano la località industriale di Jesenice, situata al confine con l’Austria, con Nova Gorica e Sežana.

 

La ferrovia Transalpina a Nova Gorica

Ferrovia Transalpina

 

Il Monastero

Il Samostan Kostanjevica, come si dice in lingua slovena, è stato edificato nel 1623 per volere del conte Mattia von Thurn, del nobile casato dei Della Torre.

A quel tempo le dimensioni del complesso erano ovviamente minori rispetto a quelle attuali e la chiesetta veniva utilizzata per le celebrazioni liturgiche.

In principio il convento fu abitato dai monaci dell’ordine dei carmelitani, solo nel 1811 arrivarono i francescani dal vicino santuario di Monte Santo (Sveta Gora).

 

L'altare della chiesa del Monastero di Castagnevizza a Nova Gorica

Altare maggiore

 

La Chiesa

La chiesetta è un vero e proprio gioiello e grazie a un sapiente gioco di luci vengono messe in risalto le sue bellezze: stucchi, figure allegoriche e affreschi.

La sua storia è stata molto travagliata.

Con la linea del fronte a due passi, la chiesa andò quasi completamente distrutta durante le battaglie della Prima guerra mondiale, per poi essere ricostruita nel 1929.

Purtroppo si salvarono solo poche sezioni in muratura, tra cui uno splendido affresco.

Lo potete ammirare sopra la fonte battesimale, sulla parete sinistra della navata.

La chiesa è stata il primo edificio religioso della comunità di Nova Gorica, dopo la sua nascita al termine della Seconda guerra mondiale.

L’edificio attuale è stato completamente ristrutturato dopo il terremoto del Friuli del 1976. Ai lavori hanno preso parte anche due restauratrici di Udine, oltre a maestranze slovene.

 

L'interno della chiesa del Monastero di Castagnevizza a Nova Gorica

L’interno della chiesa

 

Una volta entrati non si sa bene da che parte voltarsi; le ricchezze racchiuse in pochi metri quadrati creano un effetto di stupore.

L’altare maggiore è impreziosito dalla raffigurazione della Vergine Maria con Gesù, incastonata in una cornice dorata e con un grande albero di castagno sullo sfondo, il simbolo del luogo.

Il soffitto è abbellito con stucchi e affreschi tra cui quello della Incoronazione di Maria, opera dell’artista friulano Giovanni Moro.

Le lapidi funerarie di nobili famiglie goriziane tappezzano il pavimento lungo il corridoio della navata.

La moderna fonte battesimale è invece opera di Jože Plečnik, il più famoso architetto sloveno.

Durante il suo percorso professionale ha contribuito a dare una impronta indelebile a livello architettonico a importanti città come Lubiana, Vienna e Praga.

Nella capitale slovena per esempio abbiamo avuto modo di conoscere alcune sue opere: il triplice ponte sul fiume Ljubljanica, il mercato coperto Tržnice, la piazza della Rivoluzione Francese e l’incantevole ponte dei Calzolai.

 

La Cripta dei Borbone

Sotto la navata centrale della chiesa scorre uno stretto corridoio che conduce alla cripta, situata ai piedi del presbiterio.

È un ambiente sobrio e ricco di significato storico.

Qui infatti sono sepolti gli ultimi discendenti della famiglia reale francese dei Borbone, tra cui l’ultimo re Carlo X.

Nei sarcofagi in marmo chiaro, proveniente dalle cave di Aurisina vicino a Trieste, oltre al sovrano riposano le spoglie del primogenito Ludovico XIX e della moglie Maria Teresa Carlotta, di Enrico V nipote di Carlo e ultimo membro del ramo reale con la moglie e la sorella.

 

La Cripta dei Borbone nel Monastero di Castagnevizza a Nova Gorica

La Cripta

 

Una piccola curiosità.

Se fate attenzione sui sarcofagi noterete dei piccoli gigli, riproposizione fedele di quelli raffigurati sullo stemma del casato.

Cacciati dalla Francia nel 1830 in seguito alla rivoluzione di luglio, il re e la sua corte trovarono rifugio dapprima in Scozia e successivamente in Boemia.

Preoccupato per l’epidemia di colera che si stava rapidamente propagando in tutta Europa, nel 1936 accettò l’invito del conte Coronini e si trasferì a Gorizia.

Non sapeva però che qui avrebbe contratto la malattia e trovato la morte in pochissimi giorni.

Curiosamente è l’unico re di Francia ad essere sepolto all’estero e non nella Basilica di Saint-Denis a Parigi.

Se non avete letto il nostro articolo dedicato ai luoghi di interesse da visitare a Gorizia, vi consigliamo di visitare palazzo Coronini e il grande parco.

 

La Biblioteca del Monastero di Castagnevizza a Nova Gorica

La Biblioteca

 

La Biblioteca

La libreria del convento è dedicata a padre Stanislav Škraceb, uno dei massimi linguisti slavi dell’Ottocento.

La raccolta ha origini lontane.

Quando a Castagnevizza arrivarono i frati francescani, si portarono dietro tutti i libri che custodivano nel santuario di Sveta Gora, a pochi chilometri da qui.

Con il passare del tempo la libreria andò piano piano ampliandosi con l’aggiunta di nuovi testi, dato che il monastero ospitava il liceo francescano e il biennio di teologia.

Al giorno d’oggi gli scaffali custodiscono oltre 15.000 opere di letteratura, botanica, medicina, storia, tra cui 32 preziosi incunaboli originali.

Per chi non lo sapesse, gli incunaboli sono dei libri stampati con la tecnica dei caratteri mobili, realizzati tra la metà del XV secolo fino al 1501.

 

Rosa Bourbon nel giardino del Monastero di Castagnevizza a Nova Gorica

Rosa Bourbon

 

Le Rose Bourbon

Sul retro dell’edificio, quello che si affaccia sul parco, è stato ricavato un giardino.

A inizio millennio, grazie alla collaborazione tra un’associazione di appassionati e il comune, sono state piantate 1500 specie di rose bourbon.

Ad oggi ne contiamo circa un centinaio.

Le rose prendono il nome dall’isola dell’oceano Indiano da cui provengono e che tutti conosciamo con il nome attuale, il dipartimento d’oltremare di Réunion (La Riunione).

Si tratta di rose nate dall’incrocio spontaneo ad inizio Ottocento tra una rosa di origine cinese e una damascena.

Si tratta di piante robuste e resistenti ai mutamenti climatici, i fiori hanno delle tonalità che dal bianco vanno al rosa e dal giallo al porpora.

Durante il mese di maggio avviene la prima fioritura stagionale.

Si tratta del periodo migliore per visitare il giardino, un tripudio di colori e profumi inebrianti che impregnano l’aria.

 

Monastero di Castagnevizza: orari

Per vivere appieno l’atmosfera che questo luogo regala vi consigliamo di partecipare ad una visita guidata di circa un’ora, in lingua italiana.

Si tengono dal lunedì al sabato dalle ore 9:00 alle 12:00 e dalle ore 15:00 alle 17:00, su prenotazione.

La domenica e nei giorni festivi invece non sono previste visite guidate, ma si può visitare la cripta in autonomia dalle ore 15:00 alle 17:00.

Per informazioni ed eventuali prenotazioni vi consigliamo di dare un’occhiata al sito web del monastero.


Stefano Tomada

Vivo a Galleriano, un piccolo paese di campagna in provincia di Udine. La geografia è la mia grande passione e ho avuto la fortuna di viaggiare fin da piccolo grazie ai miei genitori.

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