Cosa vedere a İstanbul in 4 giorni, itinerari suggeriti
La città più importante della Turchia è talmente estesa a livello geografico e ricca di attrazioni che è impossibile vedere tutto in un viaggio solo.
Anche per i viaggiatori più incalliti.
D’altronde raggruppare in pochi giorni la visita ai quartieri più pittoreschi di una metropoli di oltre 16 milioni di abitanti è pura utopia.
Di solito quando visitiamo una grande città siamo soliti pianificare le visite raggruppandole per aree geografiche, onde evitare inutili perdite di tempo nei trasferimenti da una parte all’altra.
Questa strategia ha sempre pagato, infatti riuscire a ottimizzare i tempi durante un viaggio porta solo vantaggi.
In base a questo principio e in base alla nostra esperienza personale vi suggeriamo alcuni itinerari sostenibili che vi portino alla scoperta della storia, dell’arte e della cultura di İstanbul in quattro giorni.
Articolo aggiornato il 1 maggio 2024.
Indice
Come muoversi a İstanbul
Una volta raggiunte le aree da visitare con i mezzi pubblici, İstanbul è una città che si gira benissimo a piedi, a meno che non abbiate problemi di deambulazione oppure non voliate affaticarvi troppo.
In tal caso vi consigliamo di spostarvi in taxi, con gli autobus o con l’efficiente rete della metropolitana.
Negli ultimi anni anche a İstanbul, come in altre città del mondo, sta prendendo piede la moda di girare la città in Segway.
Si tratta di un dispositivo di trasporto elettrico a due ruote parallele, auto-bilanciante e dotato di una pedana monoposto.
L’attività ha una durata di circa tre ore e sarete accompagnati da una guida che parla in inglese.
Se non vi sentite sicuri con il veicolo a due ruote, come noi, allora una buona alternativa è offerta dal Autobus Turistico.
In fase di prenotazione potete scegliere tra due diversi itinerari che coprono in maniera capillare la città, con 12 fermate situate nei pressi dei luoghi di maggior interesse.
Il biglietto ha validità di un giorno del calendario indipendentemente dal momento della convalida.
Se per esempio lo oblitererete la domenica pomeriggio sarà valido fino alle ore 23:59 dello stesso giorno.
Con l’ausilio delle audioguide avete la possibilità di ascoltare i commenti in lingua inglese e potete già fin d’ora prenotare l’attività online cliccando sul link.
Per il trasferimento da e per il nuovo aeroporto infine (codice IATA = IST) vi consigliamo di prenotare comodamente da casa il vostro trasferimento privato al seguente link Transfer İstanbul.
Oltre ai transfer privati sono operativi anche gli spostamenti in bus, effettuati dalla compagnia Havaist.
La durata del tragitto è di circa un’ora e un quarto, gli autobus operano tutti i giorni dalle ore 6:00 alle ore 23:00.
Cosa vedere a İstanbul in quattro giorni
Passeggiare per le strade di İstanbul è piacevole.
Si incrociano lustrascarpe, venditori di simit (ciambelle di pane con semi di sesamo), di caldarroste (kestane) e pannocchie di mais bollite (misir).
Le vetrine delle pasticcerie sono ripiene di coloratissimi e sfiziosi lokum, i tipici dolci che solitamente si trovano nei paesi dei Balcani e del Medio Oriente.
Sui tavoli davanti a bar e locande piramidi di melograni, arance e altri agrumi pronti per essere spremuti e ricavarne dissetanti succhi da asporto.
Free Tour
Quando visitiamo una città partecipiamo sempre volentieri ad un Free Tour.
Si tratta di un’attività propedeutica alla conoscenza di un’area o un quartiere, da sviluppare e approfondire successivamente in autonomia con più calma.
Il Free Tour di Sultanahmet ha una durata di circa due ore e mezza, generalmente si svolge tutti i giorni e la guida parla in inglese.
Durante la camminata si toccano alcuni dei luoghi più importanti del centro storico, quelli che hanno dato un’impronta indelebile a questa misteriosa città.
Tra questi la Moschea Blu, la Basilica di Santa Sofia, il Palazzo Topkapi, la Cisterna Basilica, l’Obelisco di Teodosio e la chiesa di Santa Irene.
Se al termine dell’attività sarete soddisfatti del servizio, allora vi invitiamo a lasciare una mancia alla guida come segno di gratitudine.
La cifra la deciderete voi sul momento in base al grado di soddisfazione.
Giorno 1 – I Bazar
L’itinerario dedicato ai mercati ha inizio in quello più importante e famoso della città, il Gran Bazar.
Il giro, dedicando i tempi corretti alle visite intervallate da momenti di sosta e relax, porta via una giornata intera.
Il Gran Bazar (Kapali Çarşi) è una vera e propria istituzione ed è aperto tutti i giorni tranne la domenica. Il complesso chiamato Büyük Bedesten fu costruito per volere di Maometto II nel 1455 sulle rovine di una basilica bizantina.
Era coperto da 15 cupole e racchiuso da una cinta muraria fortificata, comprendente 126 sanduk (esercizi commerciali) e 14 botteghe affacciate sulla strada. Nel 1473 Maometto II lo ampliò costruendo altri 124 sanduk riservati ai mercanti di seta.
Col passare degli anni il complesso fu più volte danneggiato dagli incendi e venne ricostruito, mantenendo comunque la sua pianta originaria.
Si può entrare da uno dei 12 accessi principali passando il controllo di sicurezza dei metaldetector. Le porte sono collegate tra di loro da una fitta rete di stradine interne ortogonali tra loro.
Oltre ad essere stati rapiti dai colori, dagli odori e dal caos organizzato del mercato siamo rimasti colpiti dalle decorazioni delle volte, secondo noi molto belle.
Abbiamo visitato il Gran Bazar di venerdì.
Durante la nostra passeggiata, in uno slargo, abbiamo incrociato un Imam che stava recitando la preghiera del giorno sacro (la Jumu’a), assieme ai negozianti dei sanduk.
Al termine della visita potete fare una sosta nei paraggi per godervi un delizioso tè servito nei caratteristici bicchieri in vetro.
Noi vi consigliamo una delle çay bahçesi che si trovano nel cortile della medrese Çorlulu Ali Paşa, dove oltre a trascorrere un momento di relax potete conversare con la gente del posto o fumare il narghilè.
Questo è anche il punto di partenza del Free Tour della İstanbul alternativa, una camminata che ha ispirato una parte del nostro itinerario.
Sul lato occidentale del Gran Bazar si estende Beyazit meydani, ampia piazza dominata dal grande portale in stile moresco che dà accesso al parco dell’Università.
In epoca bizantina questo slargo era chiamato il Foro di Teodosio, oggi invece è frequentata da gruppetti di studenti del vicino ateneo e da una miriade di piccioni.
L’edificio più importante che si affaccia sulla piazza è la Moschea Beyazit, una delle più antiche di İstanbul.
Proseguendo per l’ampia Vezneciler Caddesi si giunge alla Moschea Şehzade Mehmet. Fu costruita tra il 1543 ed il 1548 per volontà di Solimano il Magnifico in onore del figlio Şehzade Mehmet, morto di vaiolo nel 1543.
La struttura ha la pianta quadrata e fu una delle prime moschee progettate dal famoso architetto imperiale Mimar Sinan.
L’interno è molto intimo, con i grandi tappeti dalle tonalità rosse che ricoprono il pavimento ed il soffitto finemente decorato. Il cortile è pavimentato con lastroni in pietra levigata e nel centro sorge la struttura per le abluzioni.
Usciti dalla moschea potete prendervi una pausa e sostare sulle panchine del parco Saraçhane che sorge alle spalle dell’edificio. Da qui potete ammirare l’imponente sagoma dell’Acquedotto di Valente.
L’acquedotto è una delle costruzioni più suggestive della città e in turco viene chiamato Bozdoğan Kemeri, che tradotto significa “arcata del falcone grigio”.
Unisce la terza con la quarta collina di İstanbul. Al tempo dei romani veniva utilizzato per trasportare l’acqua in una cisterna situata in Beyazit meydani, prima di raggiungere il Palazzo di Bisanzio.
La costruzione della struttura ebbe inizio durante il periodo di Costantino ma fu ultimata nel 378 per opera dell’Imperatore Valente. La lunghezza originaria era di circa un chilometro, oggi invece i resti si estendono per circa 800 metri.
Attraversato il trafficatissimo Atatürk Boulevard, che seziona in due l’acquedotto, si giunge al Mercato delle Donne (Kadinlar Pazari), situato proprio dietro alla storica costruzione.
La maggior parte dei negozianti provengono dalla provincia di Siirt situata nella parte sud-orientale della Turchia.
Le bancarelle si susseguono lungo İtfaiye Caddesi. Formaggi, ortaggi, spezie, carni e trippa e tanto altro fanno bella mostra di sé. Noi siamo passati un venerdì e all’esterno della moschea si era radunata una folla (per lo più anziani) ad ascoltare il sermone di un Imam.
Per pranzo vi consigliamo di provare le specialità della cucina regionale di Siirt in uno dei ristoranti del bazar. Noi siamo stati al Siirt Şeref.
Si trova a pochi passi dall’Acquedotto di Valente e abbiamo degustato due piatti tipici: il büryan (agnello cotto lentamente in una fossa) e il perde pilavi (pollo e riso in sfoglia).
Dopo esservi rifocillati potete ritornare indietro e dirigervi verso il Corno d’Oro.
Salendo per gli stretti vicoli in sensibile pendenza si raggiunge una delle più belle costruzioni della città, la Moschea di Solimano (Süleymaniye Camii).
Sorge su uno dei sette colli ed è sicuramente uno dei punti di riferimento della Città Vecchia, nonché il fulcro spirituale della zona del Gran Bazar.
È circondata da un grande piazzale intorno al quale furono costruiti numerosi edifici, tra cui scuole coraniche, un ospizio per viaggiatori, un ospedale, degli hamam.
Fu edificata tra il 1550 ed il 1557 per volere del sultano Solimano il Magnifico e fu progettata da uno dei più grandi architetti ottomani del tempo, Sinan.
Superato il cancello d’ingresso si entra in un ampio parco. È ricco di piante di medio e alto fusto e aiuole ben curate. Grazie a dei vialetti si giunge alle porte di accesso alla moschea vera e propria.
Una è riservata ai soli fedeli musulmani, l’altra invece ai turisti. Lungo il perimetro dell’edificio ci sono le fontanelle per le abluzioni ed i fedeli si siedono su blocchi di pietra ricoperti da tavole di legno.
Prima di lasciare il complesso comunque vi consigliamo di recarvi nel giardino che sta sul retro, dal quale potete ammirare uno splendido panorama sul Bosforo.
Nel caso abbiate in programma la visita alle principali moschee della città, allora vi suggeriamo di partecipare ad un interessante tour guidato.
In circa quattro ore si visiteranno la Basilica di Santa Sofia, la vicina Moschea Blu e infine la Moschea di Solimano.
La guida parla in inglese e nella tariffa sono compresi anche i biglietti di ingresso e delle bevande dissetanti.
L’itinerario dedicato ai mercati non può che concludersi nel famoso Bazar delle Spezie, situato proprio di fronte al Ponte di Galata.
L’edificio è di epoca ottomana e si sviluppa in orizzontale lungo un corridoio centrale, con i negozietti degli espositori ai lati. Entrando dentro vi sembrerà di tornare bambini.
Molte infatti sono le bancarelle che espongono montagne di lokum, i dolcetti fatti con amido di mais e zucchero. Inoltre troverete spezie, frutta secca e caviale.
Giorno 2 – Sultanahmet, prima parte
Il quartiere di Sultanahmet è sicuramente il più famoso della città perché ospita in un raggio di poche centinaia di metri buona parte del patrimonio storico, artistico e culturale di İstanbul.
L’itinerario che andiamo ad illustrarvi va spalmato su due giornate, scegliete voi la cronologia delle visite in base agli orari, ai giorni di chiusura e ai vostri gusti.
Noi a livello pratico vi proponiamo il seguente:
Prima parte
La visita può iniziare dall’edificio denominato Nakkaş che si trova subito dietro alla Moschea Blu.
Si tratta di una cisterna restaurata del VI secolo che ospita dei modellini del vicino Ippodromo nel periodo del suo massimo splendore.
Inoltre troverete un’interessante veduta di Costantinopoli del 1200, quando la zona di Sultanahmet era dominata dal Gran Palazzo di Bisanzio.
Poche centinaia di metri più in là si estende il grande spazio rettangolare di At-meydani, dove nell’antichità sorgeva l’Ippodromo.
Fu costruito nel 203 d.C. per volere di Settimio Severo, che dopo aver annientato Bisanzio volle donarle un monumento degno di una grande città.
Quando nel 324 d.C. Costantino decise di spostare a Bisanzio la capitale dell’impero romano, diede alla struttura le dimensioni definitive, che erano di circa 400 metri di lunghezza e 150 metri di larghezza.
L’impianto ospitava avvincenti corse di cavalli ed era ornato da grandi ricchezze, basti pensare ai cavalli in bronzo dorato portati successivamente a Venezia quale bottino della IV crociata.
Sullo slargo sorgono due obelischi ma il più interessante è quello di Teodosio. La colonna di granito alta 20 metri fu fatta trasportare dall’Egitto a Costantinopoli proprio dall’Imperatore Teodosio I nel 390 d.C.
Durante le vostre visite avrete il modo di passeggiare più volte nello spiazzo. Vi consigliamo di tornare qui al tramonto per ammirare le calde tonalità rosa della Basilica di Santa Sofia con la luce calante del sole.
Più o meno all’altezza dell’obelisco sorge un bel palazzo ottomano del 1524 dai muri di colore rosso, che ospita il Museo di Arti Turche e Islamiche.
Fu fatto costruire da Ibrahim Paşa, amico d’infanzia, cognato e gran visir del Sultano Solimano il Magnifico.
All’interno c’è una splendida collezione di tappeti.
L’edificio è chiuso il lunedì.
Sull’altro lato del vecchio ippodromo spuntano tra la vegetazione i minareti e le cupole della Sultan Ahmet Camii, conosciuta in tutto il mondo con il nome di Moschea Blu.
La potete visitare in autonomia oppure partecipando ad una visita guidata.
L’attività ha una durata di un’ora e un quarto, sarete accompagnati da una guida che parla in inglese e sono disponibili più slot orari al giorno.
Fu costruita tra il 1609 ed il 1616 su progetto dell’architetto Mehmet Ağa insieme ad una medresa, un imaret (ospizio per i poveri) ed altri edifici accessori.
La moschea è preceduta da un cortile rettangolare circondato da un porticato dove ci sono le entrate per i fedeli e quella per i turisti.
L’interno dicono sia splendido, rivestito da oltre 20.000 piastrelle in ceramica di İznik, nelle quali prevalgono il verde, il turchese e il blu, che conferiscono alla moschea un particolare effetto cromatico.
Noi purtroppo non abbiamo avuto la possibilità di ammirarlo in quanto durante la nostra visita l’interno dell’edificio era sottoposto a lavori di restauro. Per questo motivo il soffitto era oscurato da ponteggi e pannelli protettivi.
L’edificio rimane chiuso durante gli orari di preghiera, li trovate indicati nella bacheca vicino alla porta d’ingresso.
Terminata la visita alla Moschea Blu potete concedervi una sosta di ristoro alla Derviş Aile, locale situato proprio di fronte al viale d’ingresso, dove potete sorseggiare un buon tè caldo all’aperto.
Proprio di fianco alla sala da tè ha inizio la stradina che porta al Bazar Arasta.
Si tratta di un mercato scoperto che scorre lungo una stradina con le botteghe che si affacciano su di essa.
Sul retro del mercato sorge l’interessante Museo dei Mosaici del Gran Palazzo, che custodisce uno splendido pavimento a mosaico risalente al primo periodo bizantino.
Durante degli scavi effettuati negli anni Trenta e dopo la seconda guerra mondiale, alcuni archeologi portarono alla luce un pavimento a mosaico che raffigura scene di caccia e figure mitologiche.
Per pranzo potete andare in uno dei numerosi ristoranti di Sultanahmet, dove potete assaggiare dei piatti pronti (hazir yemek) oppure un gustoso kebap.
Il pomeriggio lo potete dedicare alla visita della splendida Basilica di Aya Sofya, secondo noi uno dei monumenti più affascinanti di İstanbul, uno di quelli che lasciano a bocca aperta.
A prima vista la basilica sembra priva di armonia per la presenza dei tozzi contrafforti aggiunti alla costruzione primitiva per puntellare la cupola e i muri danneggiati dai sismi, ma l’interno vi farà ricredere.
È circondata da quattro minareti in mezzo ai quali troneggia la grande cupola.
In passato quest’area era occupata da templi pagani ma nel 325 Costantino decise di costruire la prima basilica consacrata alla Divina Saggezza (Agía Sofia).
Nei decenni a seguire la costruzione fu distrutta da incendi e ricostruita più volte, finché Giustiniano decise di darle l’aspetto attuale con la volontà di renderla la più sontuosa dell’epoca.
In fase di pianificazione dell’itinerario tenete presente che la Basilica di Santa Sofia è chiusa il lunedì.
Secondo noi la visita a Santa Sofia è una delle esperienze che da sole valgono il viaggio. La potete fare in autonomia oppure partecipando ad una visita guidata.
Prima di cena potete godervi il tramonto sulla città vecchia da uno dei bar che si trovano sui rooftop degli hotel, nei pressi di Sultanahmet.
Giorno 3 – Sultanahmet, seconda parte
Il secondo giorno di visite dedicato a Sultanahmet lo potete iniziare da uno dei luoghi di maggior interesse di İstanbul, il Palazzo di Topkapi.
Per evitare code alle biglietterie vi conviene venire qui all’orario di apertura, che solitamente è prevista alle ore 9:00.
Il complesso del Topkapi è chiuso il martedì e per visitarlo completamente è necessario l’acquisto di due biglietti separati, uno per il palazzo e uno per l’Harem.
La visita va fatta con calma, dedicandogli i tempi corretti, e solitamente porta via una mezza giornata. Si accede tramite la Porta Imperiale che immette nella Prima Corte, quella dei Giannizzeri.
Sulla sinistra sorge la chiesa bizantina di Aya İrini, costruita per volere di Giustiniano nel 540 circa.
Il Topkapi fu costruito su ordine di Maometto II in cima ad un colle per poter dominare dall’alto la città di Costantinopoli. Il suo nome significa Cancello del Cannone e il complesso è stato oggetto di numerosi ampliamenti e restauri.
La struttura si sviluppa su Quattro Corti, ricche di edifici e giardini ben curati. Quello che ci ha maggiormente affascinati è sicuramente l’Harem. È situato sul lato ovest della Seconda Corte ed è formato da numerose sale finemente decorate, corridoi, hamam e cortili.
Durante la visita ci sono tornate in mente le scene del famoso film Topkapi, con Peter Ustinov, Maximilian Schell e una splendida Melina Merkouri.
Dopo aver trascorso alcune ore nel complesso di Topkapi vi consigliamo di concedervi una meritata pausa pranzo.
In zona ci sono diversi ristoranti, non vi consigliamo di provare il Sefa Restaurant. Offre sia piatti pronti (hazir yemek) sia un menù alla carta.
Il pomeriggio invece lo potete dedicare alla Yerabatan Sarayi, meglio conosciuta come Cisterna Basilica. Fu costruita da Costantino e successivamente restaurata ed ampliata da Giustiniano nel 532.
La cisterna bizantina raccoglieva le acque degli acquedotti di Adriano e Valente e alimentava le riserve d’acqua del palazzo imperiale. Dal XIX secolo è in disuso.
È formata da 336 colonne di marmo e granito, alte 8 metri e suddivise in 12 file di 28 elementi. Due colonne sono sostenute da blocchi scolpiti che hanno la forma della testa di Medusa, una capovolta e una appoggiata sul lato.
Una colonna invece è scolpita con un motivo ornamentale a goccia. Secondo alcuni, questo tipo di decorazione che ricorda le lacrime, fu realizzato per rendere omaggio agli schivi morti durante la costruzione dell’edificio.
È possibile visitare la cisterna percorrendo un percorso ben segnalato su passerelle di legno.
Dopo cena potete assistere ad uno degli spettacoli più famosi e caratteristici della città, i Dervisci Rotanti. Anche noi ci siamo andati.
La Sema è il rituale più famoso dei Mevlevi, una delle sette dei Dervisci.
La cerimonia ha la durata di circa un’ora e si svolge al Centro Culturale Hodjapasha, situato in uno stretto e affollato vicolo a poche centinaia di metri dalla stazione dei treni di Sirkeci.
La danza si sviluppa in sette capitoli durante i quali l’anima percorre il suo cammino spirituale verso Dio.
Giorno 4 – da Piazza Taksim a Galata
L’itinerario del giorno 4 si sviluppa nel quartiere di Beyoğlu, sulla sponda opposta del Corno d’Oro.
Ha inizia in Piazza Taksim e richiede mezza giornata, il resto lo potete dedicare alla visita della Chiesa di Chora oppure alla crociera sul Bosforo.
Se alloggiate a Sultanahmet come noi potete prendere la linea M2 della metropolitana alla stazione di Vezneciler e dopo pochi minuti arrivate alla fermata di Taksim Meydani.
La piazza deve il suo nome proprio al taksim, che in turco significa serbatoio d’acqua. Il recipiente in pietra fu edificato nel XVIII secolo sul lato occidentale e sul grande spiazzo sorgono un centro culturale e un monumento dedicato alla Repubblica Turca.
Ci siamo seduti su una panchina in legno ai bordi di una grande fioraia.
Sulla nostra destra la grande scalinata che porta al Gezi Park, presidiato da numerosi blindati e milizia armata.
Piazza Taksim salì alle cronache nella tarda primavera del 2013 quando una protesta antigovernativa (contro Erdoğan) fu sedata con la forza e terminò con centinaia di feriti ed arresti.
Da Piazza Taksim abbiamo intrapreso Istiklal Caddesi, lunga arteria pedonale sezionata dalle rotaie del tram.
La strada è un susseguirsi di ristoranti, catene di kebap, caffè, pasticcerie, negozi di abbigliamento, banche e saloni di parrucchieri.
In passato era chiamata Gran Rue de Pera, ma nei primi anni della Repubblica Turca fu ribattezzata Istiklal che significa indipendenza.
All’incirca a metà strada, sulla destra, si sviluppa il Çiçek Pasaji. Si tratta di una galleria coperta che ricorda i famosi passages decouverte di Parigi.
Costruito nel 1876 e decorato in stile Secondo Impero, al giorno d’oggi è conosciuto come la Galleria dei Fiori ed è pieno di meyhane (taverne).
Proprio dietro al Çiçek Pasaji, in Şahne Sokak, sorge il balik pazari (il mercato del pesce).
È il bazar principale del rione di Galatasaray, pieno di bancarelle che vendono midye tava (spiedini di cozze fritte), kokoreç (spiedini di interiora di agnello o montone speziate e cotte alla brace), frutta e verdura.
In questa zona della città, all’interno dei palazzi o tra un edificio e l’altro, sorgono diverse gallerie coperte di negozi (chiamati pasaji).
Oltre al Çiçek Pasaji, una delle più famose è Hazzo Pullo Pasaji, una corte in acciottolato nei pressi di Galatasaray Meydani.
A poche decine di metri da Istiklal Caddesi, sulla sua parallela Meşrutiyet Caddesi, sorge l’interessante Pera Müzesi (Museo Pera).
L’esposizione si sviluppa su due pieni di un elegante edificio e contiene diverse collezioni interessanti da ammirare.
Uno dei principali motivi di richiamo è rappresentato dalla collezione di dipinti orientali appartenenti alla collezione Kiraç. Si tratta di quadri che raffigurano il mondo ottomano tra il XVII e l’inizio del XX secolo.
Tra questi ci sono due tra i quadri più amati dai turchi, L’Ammaestratore di Tartarughe (del 1906) e Due Giovani Suonatrici (del 1880) del pittore Osman Hamdi Bey.
Il museo è chiuso il lunedì.
Quando Istiklal Caddesi termina e la stradina inizia la discesa verso il Corno d’Oro, davanti ai vostri occhi apparirà l’inconfondibile sagoma tozza della Torre di Galata.
La struttura è alta 68 metri, è stata costruita durante il regno dell’imperatore Anastasio I tra il 491 e 518, fu distrutta nel 1261 ma fu ricostruita dai genovesi nel 1349.
Inizialmente venne utilizzata per l’avvistamento delle navi, poi durante il regno di Maometto II venne trasformata in prigione e torretta di avvistamento degli incendi.
In poche centinaia di metri giungete sul mare e una volta superato a piedi il Ponte di Galata sul Bosforo, potete concedervi una sosta per assaggiare lo street food più famoso della città, il panino con il pesce balik ekmek.
Nel caso optiate per la visita alla Chiesa di Chora (o Museo Kariye) non vi pentirete della scelta fatta.
Si tratta di una splendida chiesa di epoca bizantina ricca di mosaici a fondo oro e di affreschi alle pareti, risalenti ai primi anni del Trecento. È situata vicino alle mura di Teodosio II è oggi è stata trasformata in un importante museo.
Gli itinerari che vi abbiamo illustrati in questo articolo sono solo degli spunti e delle idee su cosa vedere a İstanbul in quattro giorni, in base alla nostra esperienza personale.
Un viaggio è un qualcosa di soggettivo e quindi li potete modificare e/o implementare a piacimento in base ai vostri gusti ed interessi.