Cosa vedere a İstanbul in 4 giorni, itinerari suggeriti

Cosa vedere a İstanbul in 4 giorni, itinerari suggeriti


La città più importante della Turchia è talmente vasta a livello geografico e ricca di attrazioni che è impossibile vedere tutto in un viaggio solo. Anche per gli stacanovisti dei viaggi.

In questo articolo vi suggeriamo alcuni itinerari che vi portino alla scoperta della storia, dell’arte e della cultura di İstanbul in quattro giorni.

Solitamente quando visitiamo una metropoli siamo soliti pianificare le visite raggruppandole per aree geografiche, onde evitare inutili perdite di tempo nei trasferimenti da una parte all’altra della città.

Una volta raggiunte le aree da visitare con i mezzi pubblici, İstanbul è una città che si gira benissimo a piedi, a meno che non abbiate problemi di deambulazione oppure non voliate affaticarvi troppo.

In tal caso vi consigliamo di spostarvi in taxi, con gli autobus, con l’efficiente rete della metropolitana, oppure potete prendere in considerazione l’idea di visitare la città in Segway.

L’attività ha una durata di circa tre ore e sarete accompagnati da una guida che parla in inglese.

 

Cosa vedere a Istanbul in quattro giorni

Lampade colorate

 

Passeggiare per le strade di İstanbul comunque è piacevole. Si incrociano lustrascarpe, venditori di simit (ciambelle di pane con semi di sesamo), venditori di caldarroste (kestane) e pannocchie di mais bollite (misir).

Le vetrine delle pasticcerie sono ripiene di coloratissimi e sfiziosi lokum, i tipici dolci che solitamente si trovano nei paesi dei Balcani e del Medio Oriente.

Sui tavoli davanti a bar e locande piramidi di melograni, arance e altri agrumi per dissetanti spremute da asporto.

 

Articolo aggiornato il 14 ottobre 2022.

 

Indice

 

Cosa vedere a İstanbul in quattro giorni

 

Free Tour

Quando visitiamo una grande città partecipiamo sempre volentieri ad un Free Tour.

In poche ore infatti si riescono ad assimilare diverse nozioni per avere un quadro abbastanza completo della situazione, poi con calma da soli si possono approfondire gli aspetti che più ci stuzzicano ed interessano.

A İstanbul ce n’è uno, con la guida professionista che parla in inglese:

Free Tour di Sultanahmet

In due ore e mezza circa la guida vi accompagnerà alla scoperta dei monumenti più importanti del centro storico, quelli che hanno dato un’impronta indelebile e fatto la storia di questa splendida città.

Tra questi la Moschea Blu, la basilica di Santa Sofia, il Palazzo Topkapi, l’Obelisco di Teodosio, la Cisterna Basilica.

 

Come dicevo il tour è gratuito ma al termine della camminata vi invitiamo a lasciare una mancia alla guida.

Il lavoro ha sempre una sua dignità e secondo noi va ricompensato. La cifra la decidete voi in base al gradimento dell’esperienza che avete vissuto.

 

Itinerario 1 – i bazar

L’itinerario dedicato ai bazar ha inizio nel mercato più importante e famoso della città, il Gran Bazar.

Il giro, dedicando i tempi corretti alle visite intervallate da momenti di sosta e relax, porta via una giornata intera.

Il Gran Bazar (Kapali Çarşi) è una vera e propria istituzione ed è aperto tutti i giorni tranne la domenica. Il complesso chiamato Büyük Bedesten fu costruito per volere di Maometto II nel 1455 sulle rovine di una basilica bizantina.

 

Vicolo interno del Gran Bazar a Istanbul

Vicolo interno del Gran Bazar

 

Era coperto da 15 cupole e racchiuso da una cinta muraria fortificata, comprendente 126 sanduk (esercizi commerciali) e 14 botteghe affacciate sulla strada. Nel 1473 Maometto II lo ampliò costruendo altri 124 sanduk riservati ai mercanti di seta.

Col passare degli anni il bazar fu più volte danneggiato da incendi e ricostruito con ampliamenti, mantenendo comunque la sua pianta originaria.

Si può entrare da uno dei 12 accessi principali passando il controllo di sicurezza dei metaldetector. Le porte sono collegate tra di loro da una fitta rete di stradine interne ortogonali tra loro.

Oltre ad essere stati rapiti dai colori, dagli odori e dal caos organizzato del mercato eravamo rimasti colpiti dalle decorazioni delle volte, secondo noi molto belle.

Avevamo visitato il Gran Bazar di venerdì. Durante la nostra passeggiata, in uno slargo, avevamo un incontrato un Imam che recitava la preghiera del giorno sacro (la Jumu’a), assieme ai negozianti dei sanduk.

 

Al termine della visita potete fare una sosta tè nei paraggi.

Noi vi consigliamo una delle çay bahçesi che si trovano nel cortile della medrese Çorlulu Ali Paşa, dove oltre a trascorrere un momento di relax potete conversare con la gente del posto o fumare il narghilè.

 

çay bahçesi Çorlulu Ali Paşa Istanbul

Sala da tè nel cortile della medrese Çorlulu Ali Paşa

 

Sul lato occidentale del Gran Bazar si estende Beyazit meydani, ampia piazza dominata dal grande portale in stile moresco che dà accesso al parco dell’Università.

In epoca bizantina questo slargo era chiamato il Foro di Teodosio, oggi invece è frequentata da gruppetti di studenti del vicino ateneo e da una miriade di piccioni.

L’edificio più importante che dà sulla piazza è la Moschea Beyazit, una delle più antiche di İstanbul.

Quando eravamo passati noi era sottoposta a lavori di manutenzione e quindi mimetizzata dietro a teloni e ponteggi.

 

Ingresso Università di Istanbul

Ingresso dell’Università di Istanbul (Beyazit meydani)

 

Proseguendo per l’ampia Vezneciler Caddesi si giunge alla Moschea Şehzade Mehmet. Fu costruita tra il 1543 ed il 1548 per volontà di Solimano il Magnifico in onore del figlio Şehzade Mehmet morto di vaiolo nel 1543.

La struttura ha la pianta quadrata e fu una delle prime moschee progettate dal famoso architetto imperiale Mimar Sinan.

L’interno è molto intimo, con i grandi tappeti dalle tonalità rosse che ricoprono il pavimento ed il soffitto finemente decorato. Il cortile è pavimentato con lastroni in pietra levigata ed al centro sorge la struttura per le abluzioni.

 

Usciti dalla moschea potete prendervi una pausa e sostare sulle panchine del parco Saraçhane che sorge alle spalle dell’edificio. Da qui potete ammirare l’imponente sagoma dell’Acquedotto di Valente.

L’acquedotto è una delle costruzioni più suggestive della città e in turco viene chiamato Bozdoğan Kemeri, che tradotto significa “arcata del falcone grigio”.

Unisce la terza con la quarta collina di İstanbul e al tempo dei romani, serviva per trasportare l’acqua in una cisterna situata in Beyazit meydani, prima di raggiungere il Palazzo di Bisanzio.

 

Antico acquedotto di Valente Istanbul

L’antico acquedotto di Valente (visto dal parco Saraçhane)

 

La costruzione fu iniziata durante il periodo di Costantino ma fu ultimata nel 378 per opera dell’Imperatore Valente. La lunghezza originaria era di circa un chilometro mentre i resti attuali si estendono per circa 800 metri.

 

Attraversato il trafficatissimo Atatürk Boulevard, che seziona in due l’acquedotto, si arriva al Mercato delle Donne (Kadinlar Pazari), situato proprio dietro alla storica costruzione.

La maggior parte dei negozianti provengono dalla provincia di Siirt situata nella parte sud-orientale della Turchia. Le bancarelle si susseguono lungo İtfaiye Caddesi.

Formaggi, ortaggi, spezie, carni e trippa e tanto altro fanno bella mostra di sé. Noi eravamo passati di qui un venerdì e all’esterno della moschea si era radunata una folla (per lo più anziani) ad ascoltare il sermone di un Imam.

Per pranzo vi consigliamo di provare le specialità della cucina regionale di Siirt in uno dei ristoranti del bazar.

Noi eravamo stati al Siirt Şeref che si trova a pochi passi dall’Acquedotto di Valente e avevamo degustato due piatti tipici: il büryan (agnello cotto lentamente in una fossa) e il perde pilavi (pollo e riso in sfoglia).

 

Dopo esservi rifocillati potete ritornare indietro e dirigervi verso il Corno d’Oro. Salendo per stretti vicoli in sensibile pendenza si raggiunge una delle più belle costruzioni della città, la Moschea di Solimano (Süleymaniye Camii).

Sorge su uno dei sette colli ed è sicuramente uno dei punti di riferimento della Città Vecchia, nonché il fulcro spirituale della zona del Gran Bazar.

 

Cortile esterno della Süleymaniye Camii Istanbul

Cortile esterno della Moschea di Solimano

 

È circondata da un grande piazzale intorno al quale furono costruiti numerosi edifici, tra cui scuole coraniche, un ospizio per viaggiatori, un ospedale, degli hamam.

Fu edificata tra il 1550 ed il 1557 per volere del sultano Solimano il Magnifico e fu progettata da uno dei più grandi architetti ottomani del tempo, Sinan.

Superato il cancello d’ingresso si entra in un ampio parco. È ricco di piante di medio e alto fusto ed aiuole ben curate.

Grazie a dei vialetti si giunge alle porte di accesso alla moschea; una è riservata ai soli fedeli musulmani, l’altra invece ai turisti. Lungo il perimetro dell’edificio ci sono le fontanelle per le abluzioni ed i fedeli si siedono su blocchi di pietra ricoperti da tavole di legno.

Prima di lasciare il complesso comunque vi consigliamo di recarvi nel giardino che sta sul retro, dal quale potrete ammirare uno splendido panorama sul Bosforo.

 

Fontane per le abluzioni Süleymaniye Camii Istanbul

Fontane per le abluzioni, Moschea di Solimano

 

Consiglio

Se avete in programma la visita alle principali moschee di İstanbul, allora vi suggeriamo di partecipare ad un tour guidato in inglese tra Aya Sofya, la Moschea Blu e la Moschea di Solimano.

La tariffa è veramente conveniente.

 

L’itinerario dedicato ai mercati non può che concludersi nel famoso Bazar delle Spezie, situato proprio di fronte al Ponte di Galata.

L’edificio è di epoca ottomana e si sviluppa in orizzontale lungo un corridoio centrale, con gli espositori ai lati. Entrando dentro vi sembrerà di tornare bambini.

Molte infatti sono le bancarelle che espongono montagne di lokum, i dolcetti fatti con amido di mais e zucchero. Inoltre troverete spezie, frutta secca e caviale.

 

Itinerario 2 – Sultanahmet

Il quartiere di Sultanahmet è sicuramente il più famoso della città perché ospita in un raggio di poche centinaia di metri buona parte del patrimonio storico, artistico e culturale di İstanbul.

 

Cortile esterno Moschea Blu a Istanbul

Cortile esterno della Moschea Blu

 

L’itinerario che andiamo ad esporvi va spalmato su due giornate, scegliete voi la cronologia delle visite in base agli orari, ai giorni di chiusura e ai vostri gusti. Noi a livello pratico vi proponiamo il seguente:

 

GIORNO 1

La visita può iniziare dall’edificio denominato Nakkaş che si trova subito dietro alla Moschea Blu. Si tratta di una cisterna restaurata del VI secolo che ospita dei modellini del vicino Ippodromo nel periodo del suo massimo splendore.

Inoltre troverete un’interessante veduta di Costantinopoli del 1200, quando la zona di Sultanahmet era dominata dal Gran Palazzo di Bisanzio.

 

Poche centinaia di metri più in là si estende il grande spazio rettangolare di At-meydani, dove nell’antichità sorgeva l’antico Ippodromo.

Fu costruito nel 203 d.C. per volere di Settimio Severo, che dopo aver annientato Bisanzio volle donarle un monumento degno di una grande città.

Quando nel 324 d.C. Costantino decise di spostare a Bisanzio la capitale dell’impero romano, diede alla struttura le dimensioni definitive, che erano di circa 400 metri di lunghezza e 150 metri di larghezza.

 

Obelisco di Teodosio a Istanbul

Obelisco di Teodosio, vecchio Ippodromo

 

L’impianto ospitava avvincenti corse di cavalli ed era ornato da grandi ricchezze (basti pensare ai cavalli in bronzo dorato portati a Venezia quale bottino della IV crociata).

Sullo slargo sorgono due obelischi ma il più interessante è quello di Teodosio. La colonna di granito alta 20 metri fu fatta trasportare dall’Egitto a Costantinopoli proprio dall’Imperatore Teodosio I nel 390 d.C.

Durante le vostre visite avrete il modo di passeggiare più volte nello spiazzo.

Vi consigliamo di tornare qui al tramonto per ammirare le calde tonalità rosa della Basilica di Santa Sofia con la luce calante del sole.

 

Tramonto a Istanbul

Tramonto a Sultanahmet

 

Più o meno all’altezza dell’obelisco sorge un bel palazzo ottomano del 1524 dai muri di colore rosso, che ospita il Museo di Arti Turche e Islamiche.

Fu fatto costruire da Ibrahim Paşa, amico d’infanzia, cognato e gran visir del Sultano Solimano il Magnifico.

All’interno troverete una splendida collezione di tappeti. L’edificio è chiuso il lunedì e come avevo illustrato nell’articolo dedicato alla progettazione di un viaggio a İstanbul, è accessibile senza pagare il biglietto per i possessori del Museum Pass.

 

Sull’altro lato del vecchio ippodromo spuntano tra la vegetazione i minareti e le cupole della Sultan Ahmet Camii, conosciuta in tutto il mondo con il nome di Moschea Blu.

 

La Moschea Blu a Istanbul

La Moschea Blu

 

Fu costruita tra il 1609 ed il 1616 su progetto dell’architetto Mehmet Ağa insieme ad una medresa, un imaret (ospizio per i poveri) ed altri edifici accessori.

La moschea è preceduta da un cortile rettangolare circondato da un porticato dove ci sono le entrate per i fedeli e quella per i turisti.

L’interno dicono sia splendido, rivestito da oltre 20.000 piastrelle in ceramica di İznik nelle quali prevalgono il verde, il turchese ed il blu, che conferiscono alla moschea un particolare effetto cromatico.

Noi purtroppo non avevamo avuto la possibilità di ammirarlo in quanto durante la nostra visita era sottoposta a lavori di restauro. Per questo motivo la gran parte del soffitto era oscurata da ponteggi e pannelli protettivi.

L’edificio rimane chiuso durante gli orari di preghiera, li troverete indicati nella bacheca vicino alla porta d’ingresso.

 

Terminata la visita alla Moschea Blu potete concedervi una sosta di ristoro alla Derviş Aile, locale situato proprio di fronte al viale d’ingresso, dove potete sorseggiare un buon tè caldo all’aperto.

 

Il bazar Arasta a Istanbul

Il bazar Arasta a Sultanahmet

 

Proprio di fianco alla sala da tè ha inizio la stradina che porta al Bazar Arasta. Si tratta di un mercato scoperto che scorre lungo una stradina con le botteghe che si affacciano su di essa.

Sul retro del mercato sorge l’interessante Museo dei Mosaici del Gran Palazzo, che custodisce uno splendido pavimento a mosaico risalente al primo periodo bizantino.

Durante degli scavi effettuati negli anni Trenta e successivamente dopo la seconda guerra mondiale, alcuni archeologi portarono alla luce un pavimento a mosaico che raffigura scene di caccia e figure mitologiche.

 

Bazar Arasta Istanbul negozio di tessuti

Negozio di tessuti al bazar Arasta

 

Il Museo è accessibile senza pagare il biglietto per i possessori di Museum Pass.

 

Per pranzo potete andare in uno dei numerosi ristoranti di Sultanahmet, dove potrete gustare dei piatti pronti (hazir yemek) oppure un gustoso kebap.

 

Il pomeriggio lo potete dedicare alla visita della splendida Basilica di Aya Sofya, uno dei monumenti che ci ha affascinati di più.

A prima vista la basilica sembra priva di armonia per la presenza dei tozzi contrafforti aggiunti alla costruzione primitiva per puntellare la cupola ed i muri danneggiati dai sismi, ma l’interno vi farà ricredere.

È circondata da quattro minareti in mezzo ai quali troneggia la grande cupola.

 

La Basilica di Santa Sofia Istanbul

La Basilica di Santa Sofia

 

In passato quest’area era occupata da templi pagani ma nel 325 Costantino decise di costruire la prima basilica consacrata alla Divina Saggezza (Agía Sofia).

Nei decenni a seguire la costruzione fu distrutta da incendi e ricostruita più volte, finché Giustiniano decise di darle l’aspetto attuale con la volontà di renderla la più sontuosa dell’epoca.

In fase di pianificazione dell’itinerario tenete presente che la Basilica di Santa Sofia è chiusa il lunedì ed è accessibile senza pagare il biglietto ai possessori del Museum Pass.

 

Decorazioni cupola Basilica Santa Sofia Istanbul

La cupola della Basilica di Santa Sofia

 

Prima di cena potete godervi il tramonto sulla città vecchia da uno dei bar che si trovano solitamente all’ultimo piano degli hotel nei pressi di Sultanahmet.

 

GIORNO 2

Il secondo giorno di visite lo potete iniziare da uno dei luoghi di maggior interesse di İstanbul, il Palazzo di Topkapi.

Se non siete in possesso del Museum Pass allora per evitare code alle biglietterie vi conviene venire qui all’orario di apertura, che solitamente è prevista alle ore 9.00.

 

Harem palazzo del Topkapi Istanbul

Sala interna dell’Harem (Palazzo Topkapi)

 

Il complesso del Topkapi è chiuso il martedì e per visitarlo completamente è necessario l’acquisto di due biglietti separati, uno per il palazzo e uno per l’Harem.

Per evitare lunghe attese e ottimizzare i tempi vi consiglio di acquistare online il biglietto per il Palazzo Topkapi.

Il tagliando dà diritto all’ingresso al palazzo, all’Harem ed anche alla chiesa di Santa Irene. Nel pacchetto è compresa anche l’audioguida in italiano.

La visita va fatta con calma, dedicandogli i tempi corretti, e solitamente porta via una mezza giornata. Si accede tramite la Porta Imperiale che immette nella Prima Corte, quella dei Giannizzeri.

Sulla sinistra sorge la chiesa bizantina di Aya İrini, costruita per volere di Giustiniano nel 540 circa. Anche lei fa parte del circuito Museum Pass.

 

Palazzo del Topkapi Istanbul, sala dell'Harem

Sala dell’harem nel Palazzo Topkapi

 

Il Topkapi fu costruito su ordine di Maometto II in cima ad un colle per poter dominare dall’alto la città di Costantinopoli.

Il suo nome significa Cancello del Cannone e il complesso è stato oggetto di numerosi ampliamenti e restauri.

La struttura si sviluppa su Quattro Corti, ricche di edifici e giardini ben curati. Quello che ci ha maggiormente affascinati è sicuramente l’Harem.

È situato sul lato ovest della Seconda Corte ed è formato da numerose sale finemente decorate, corridoi, hamam e cortili.

 

Palazzo del Topkapi Istanbul, giardini esterni

Giardini del Palazzo di Topkapi

 

Dopo aver trascorso alcune ore nel complesso di Topkapi vi consigliamo di concedervi una meritata pausa pranzo. In zona ci sono diversi ristoranti, non vi consigliamo di provare il Sefa Restaurant. Offre sia piatti pronti (hazir yemek) sia un menù alla carta.

 

Il pomeriggio invece lo potete dedicare alla Yerabatan Sarayi, meglio conosciuta come Cisterna Basilica.

Fu costruita da Costantino e successivamente restaurata ed ampliata da Giustiniano nel 532.

La cisterna bizantina raccoglieva le acque degli acquedotti di Adriano e Valente e alimentava le riserve d’acqua del palazzo imperiale. Dal XIX secolo è in disuso.

 

Interno della Cisterna Basilica a Istanbul

La Cisterna Basilica

 

È formata da 336 colonne di marmo e granito, alte 8 metri e suddivise in 12 file di 28 elementi. Due colonne sono sostenute da blocchi scolpiti che hanno la forma della testa di Medusa, una capovolta e una appoggiata sul lato.

Una colonna invece è scolpita con un motivo ornamentale a goccia. Secondo alcuni questo tipi di decorazione che ricorda le lacrime, fu realizzato per rendere omaggio agli schivi morti durante la costruzione dell’edificio.

È possibile visitare la cisterna percorrendo un percorso ben segnalato su passerelle di legno.

 

Itinerario 3 – da Piazza Taksim a Galata

L’itinerario numero 3 si sviluppa nel quartiere di Beyoğlu, sulla sponda opposta del Corno d’Oro.

Ha inizia in Piazza Taksim e richiede mezza giornata, il resto lo potete dedicare alla visita della Chiesa di Chora oppure alla crociera sul Bosforo, come vi avevo consigliato nel nostro articolo dedicato alle cose assolutamente da fare a İstanbul.

 

Navi da crociera sul Bosforo Istanbul

Crociera sul Bosforo

 

Se alloggerete a Sultanahmet potete prendere la linea M2 della metropolitana alla stazione di Vezneciler e dopo pochi minuti arriverete alla fermata di Taksim Meydani.

La piazza deve il suo nome proprio al taksim, che in turco significa serbatoio d’acqua.

Il recipiente in pietra fu edificato nel XVIII secolo sul lato ovest e sul grande spiazzo sorgono un centro culturale e un monumento dedicato alla Repubblica Turca.

 

Monumento Repubblica Turca, Taksim Meydani Istanbul

Monumento dedicato alla Repubblica Turca (Taksim Meydani)

 

Ci eravamo seduti su una panchina in legno ai bordi di una grande fioraia. Sulla nostra destra la grande scalinata che porta al Gezi Park, presidiato da numerosi blindati e milizia armata.

Piazza Taksim salì alle cronache nella tarda primavera del 2013 quando una protesta antigovernativa (contro Erdoğan) fu sedata con la forza e terminò con centinaia di feriti ed arresti.

 

Istiklal Caddesi a Istanbul

Istiklal Caddesi

 

Da Piazza Taksim avevamo preso Istiklal Caddesi, lunga arteria pedonale sezionata dalle rotaie del tram. La strada è un susseguirsi di ristoranti, catene di kebap, caffè, pasticcerie, negozi di abbigliamento, banche e saloni di parrucchieri.

In passato era chiamata Gran Rue de Pera, ma nei primi anni della Repubblica Turca fu ribattezzata Istiklal che significa indipendenza.

All’incirca a metà via, sulla destra, si sviluppa il Çiçek Pasaji, una galleria coperta che ricorda i famosi passages decouverte di Parigi.

Costruito nel 1876, è decorato in stile Secondo Impero, al giorno d’oggi è conosciuto come la Galleria dei Fiori ed è pieno di meyhane (taverne).

 

Interno del Çiçek Pasaji Istanbul

Il Çiçek Pasaji

 

Proprio dietro al Çiçek Pasaji, in Şahne Sokak, sorge il balik pazari (il mercato del pesce).

È il bazar principale del rione di Galatasaray, pieno di bancarelle che vendono midye tava (spiedini di cozze fritte), kokoreç (spiedini di interiora di agnello o montone speziate e cotte alla brace), frutta e verdura.

Come abbiamo visto, in questa zona della città, all’interno dei palazzi o tra un edificio e l’altro sorgono diverse gallerie coperte di negozi (chiamati pasaji).

Oltre al Çiçek Pasaji una delle più famose è Hazzo Pullo Pasaji, una corte in acciottolato nei pressi di Galatasaray Meydani.

 

A poche decine di metri da Istiklal Caddesi, sulla sua parallela Meşrutiyet Caddesi, sorge l’interessante Pera Müzesi (Museo Pera).

Il museo si sviluppa su due pieni di un elegante edificio e contiene diverse collezioni interessanti da ammirare.

Uno dei principali motivi di richiamo è rappresentato dalla esposizione di dipinti orientali appartenenti alla collezione Kiraç.

Si tratta di quadri che raffigurano il mondo ottomano tra il XVII e l’inizio del XX secolo. Tra questi ci sono due tra i quadri più amati dai turchi, L’Ammaestratore di Tartarughe (del 1906) e Due Giovani Suonatrici (del 1880) del pittore Osman Hamdi Bey.

 

Oggetti esposti al Museo Pera Istanbul

Museo Pera

Il museo è chiuso il lunedì e per i possessori del museum pass è previsto uno sconto sul biglietto d’ingresso.

 

Quando Istiklal Caddesi termina e la stradina inizia la discesa verso il Corno d’Oro, davanti ai vostri occhi apparirà l’inconfondibile sagoma tozza della Torre di Galata.

La struttura è alta 68 metri, è stata costruita durante il regno dell’imperatore Anastasio I tra il 491 e 518, fu distrutta nel 1261 ma fu ricostruita dai genovesi nel 1349.

Inizialmente venne utilizzata per l’avvistamento delle navi, poi durante il regno di Maometto II venne trasformata in prigione e torretta di avvistamento degli incendi.

 

Arrivati in poche centinaia di metri al mare e superato a piedi il Ponte di Galata sul Bosforo, potete concedervi una sosta per assaggiare lo street food più famoso della città, il panino con il pesce balik ekmek.

 

Nel caso optiate per la visita alla Chiesa di Chora (o Museo Kariye) non vi pentirete di certo della scelta fatta.

Si tratta di una splendida chiesa di epoca bizantina ricca di mosaici a fondo oro e di affreschi alle pareti, risalenti ai primi anni del Trecento. È situata vicino alle mura di Teodosio II è oggi è stata trasformata in un museo.

Il Museo è accessibile senza pagare il biglietto per i possessori di Museum Pass.

 

Gli itinerari che vi abbiamo suggerito per vedere İstanbul in quattro giorni sono solo degli spunti e delle idee. Ovviamente li potete modificare e/o implementare a piacimento in base ai vostri gusti ed interessi.

Steve

Sono nato a Udine nel 1963 e vivo a Galleriano, un piccolo paese di campagna in provincia di Udine. Appassionato di geografia, ho viaggiato fin da piccolo grazie ai miei genitori.

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Un android developer a tempo perso, una polacca innamorata dell'Italia e un appassionato di geografia prestato all'informatica.

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