Croazia: cosa vedere a Opatija, la perla dell’Adriatico
Qualcuno l’ha definita la Monte Carlo della Croazia, qualcun’altro la Perla dell’Adriatico, per alcuni invece Opatija è il paradiso dei surfisti.
Aldilà della retorica e dei facili luoghi comuni fin dalla prima volta che la visitammo, ed era il giorno di Capodanno del 2007, l’abbiamo battezzata con un aggettivo: elegante.
La località si presta perfettamente per trascorrere una piacevole giornata (anche organizzata last minute) in uno dei luoghi più glamour dell’Istria croata.
In base al tempo a vostra disposizione potete comunque prolungare la permanenza di qualche giorno andando a visitare città ricche di arte e cultura come Pola (Pula) e Fiume (Rijeka), oppure i paesini medioevali dell’entroterra.
Chi ama il mare potrà dedicarsi alle spiagge cittadine situate sul lungomare (per esempio Slatina, Lido, Punta Kolova) oppure a quelle private degli hotel (per esempio Kvarner, Adriatic e Miramar).
Se volete invece abbinare una bella camminata di 12 chilometri alla scoperta di scogli e calette, allora vi consigliamo il sentiero che collega Abbazia a Lovran (Laurana) passando per Ičići.
Molto rinomata è anche la vita notturna di Abbazia. Il centro storico ed i dintorni sono popolati da ristoranti, bar, nightclub e casinò.
In questo articolo vi presentiamo una mini-guida su cosa vedere in uno dei posti più belli della Croazia, oltre ad alcuni consigli pratici per organizzare al meglio la visita.
Articolo aggiornato il 1 gennaio 2023.
Indice
Come arrivare
Opatija è facilmente raggiungibile dall’Italia in auto. Superata la dogana con la Slovenia a Pesek (in comune di San Dorligo della Valle), si prosegue per una quarantina di km sulla strada E61.
Percorrendo questa strada non è necessario pagare la vignetta autostradale slovena.
Pochi chilometri dopo l’ingresso in territorio croato si prende l’autostrada A7 (a pagamento, il pedaggio costa poco più di un euro), percorrendo la quale si arriva a destinazione in un quarto d’ora circa.
Cosa vedere a Opatija
Opatija (Abbazia in italiano) deve il suo nome all’abbazia di San Giacomo della Preluca.
Costruita all’incirca nel 1420, la chiesetta diede alloggio ai profughi benedettini provenienti dall’abbazia di San Pietro di Rosazzo (in provincia di Udine) ed attorno ad essa sorse il primo nucleo abitato.
Successivamente l’edificio appartenne ad altri ordini ecclesiastici, tra i quali gli agostiniani, i paolini ed i gesuiti.
All’interno della piccola cappella si incontrano spesso fedeli raccolti in preghiera, ma rispettando l’intimità altrui è possibile visitarla senza problemi.
Il borgo si affaccia sul Kvarnerski zaljev (il golfo del Quarnaro) ed è situato sulla costa nord – orientale della penisola dell’Istria.
Si sviluppa in senso longitudinale seguendo l’andamento della costa, racchiuso per la gran parte tra due strade: il lungomare Maršala Tita (Maresciallo Tito) e la Nova Cesta (strada nuova) situata leggermente all’interno.
Non mancano comunque alcune costruzioni che si arrampicano sulle prime rampe del monte Ucka (monte Maggiore) che sovrasta l’abitato.
Dopo aver visitato il luogo che ha dato vita alla città ci spostiamo nella vicina Villa Angiolina, l’edificio che le ha dato fama e lustro a livello turistico.
Venne edificata nel 1844 per volere di Iginio Scarpa, nobile di Rijeka, in memoria della moglie defunta.
Nella villa era solito ospitare amici e personaggi illustri, tra cui Maria Anna la consorte dell’imperatore austro – ungarico Ferdinando I.
A livello storico infatti la provincia dell’Istria subì l’influenza degli Asburgo dalla metà del 1300 sino al termine della Prima Guerra Mondiale, tranne che per brevi periodi in cui fu amministrata prima dalla Serenissima di Venezia e successivamente da Napoleone.
Nel 1882 la Società delle Ferrovie del Sud di Vienna acquistò Villa Angiolina dal conte Chorinsky e pochi mesi dopo costruì nelle immediate vicinanze l’hotel Kvarner, il primo albergo edificato sulla costa orientale del mare Adriatico.
Iniziarono così ad arrivare dalle principali città dell’impero i primi vacanzieri e vennero costruite nuove ville.
Villa Angiolina è immersa in un bellissimo giardino botanico ben curato, come del resto tutti i parchi della città.
Un inconfondibile profumo di gelsomini in fiore ammanta l’aria. All’interno del giardino si possono ammirare belle piante di magnolia, di alloro, le azalee, le palme, le sequoie e la camelia, che è la pianta caratteristica del luogo.
In prossimità del parco c’è una lapide in marmo che ricorda il Generale polacco Józef Klemens Pilsudski, considerato il padre della riconquistata indipendenza polacca del 1919.
Peccato che nelle vicinanze resistano tuttora al passare del tempo banchine e piattaforme in cemento armato che stridono con il contesto che le circondano, creando un impatto ambientale e visivo negativo.
Tra la villa e l’hotel Kvarner svetta tra gli scogli investiti dai flutti del mare quello che è considerato il vero simbolo della città, la statua in pietra della Ragazza con il gabbiano, opera del maestro Zvonko Car.
Eccone la storia.
Il tutto ebbe inizio nel lontano 1891 quando il conte asburgico Arthur Kesselstadt e sua moglie Fries furono colti di sorpresa da una tempesta nella baia di fronte ad Opatija e persero tragicamente la vita, mentre loro figlio Georg si salvò.
In memoria dei defunti la famiglia del conte decise di posare sullo scoglio più alto la statua della Madonna del Mare, affinché vegliasse sulle anime dei dispersi.
Negli anni, anche a causa degli agenti atmosferici, la statua si deteriorò ed al suo posto, nel 1956, fu issata la Ragazza con il gabbiano.
In passato molti si chiesero chi fosse in realtà la ragazza della scultura.
Per cinquantacinque anni la risposta al quesito rimase avvolta nel mistero finché un giorno la signora Jelena Jendrašic, di Crikvenica, svelò di essere stata lei la musa ispiratrice di Car.
Proseguiamo la nostra passeggiata verso levante, dapprima ci lasciamo alle spalle dei murales dove sono raffigurate le effigie di alcuni dei personaggi famosi che hanno soggiornato qui.
Tra i tanti citiamo il compositore Gustav Mahler, l’autore James Joyce, la ballerina Isadora Duncan, lo scienziato Albert Einstein, il cantautore Zucchero, etc.) per poi arrivare al vecchio porto, sede del locale Yacht Club.
Diverse imbarcazioni a vela si trovano imbracate sulla banchina e stanno ricevendo i dovuti lavori di manutenzione prima dell’inizio della stagione velica.
Altre invece sono ormeggiate all’interno della marina. Mi siedo su una bitta e scambio due parole con un armatore.
Mi dice che ormai il mestiere del pescatore sta pian piano scomparendo, non per la mancanza di pescato ma per la scarsa rendita a livello economico.
Una volta, mi spiega, attorno a questo porticciolo ruotava tutta l’attività navale della città.
Ora invece le nuove tendenze dirigono i flussi delle imbarcazioni verso la nuova marina costruita nei pressi dell’hotel Admiral (all’estremità occidentale del borgo) oppure nella vicina località turistica di Mošćenička Draga.
Proseguiamo nella nostra visita. Arrampicandoci per ripide viuzze a scalinata, raggiungiamo la chiesa dell’Annunciazione (Crkva Navještenja B.D. Marije).
È la seconda chiesa per importanza della città e fu realizzata nel 1906 per volere del vescovo di Trieste, Franz Nagl.
Dalle panchine in legno adagiate nel piccolo slargo a ridosso del sagrato della chiesa si può godere di un’ottima vista sulla baia.
Riscendiamo verso il mare. Superato l’Astoria Design Hotel, la prima parte della passeggiata sul lungomare ricorda la walk of fame di hollywoodiana memoria.
A ogni stella è associato uno dei personaggi che hanno reso famosa la Croazia in tutto il mondo (Hrvatska Ulica Slavnih).
L’ex sciatrice Janica Kostelic e la saltatrice in alto Blanka Vlašic sono le uniche onorate dalla stella da viventi.
Continuando a passeggiare sul lungomare, più o meno all’altezza del vecchio hotel Opatija ed il parco Margarita, si possono ammirare le bellissime ville e gli hotel in stile austro – ungarico che compongono il profilo architettonico della cittadina, il tutto edificato in perfetta armonia con l’ambiente che li circonda.
Prima di riprendere la strada verso casa vi consigliamo di fare un’escursione sulle alture.
È possibile visitare il minuscolo borgo medioevale di Veprinac (Vapriano o Apriano), immerso nei boschi che tappezzano questo versante del monte Ucka.
Passeggiando per le viuzze lastricate si arriva fino alla piccola chiesa del paesino.
Dalle terrazze naturali circostanti, facendosi largo tra il fogliame delle piante si può godere di un panorama mozzafiato su Rijeka e sul golfo del Quarnaro.
Dove mangiare
Come abbiamo già scritto in precedenza per pranzo o cena non avrete difficoltà a trovare un posticino.
Ci sono infatti numerosi ristoranti che si affacciano sul mare, nei quali è possibile sorseggiare un profumato bicchiere di Malvazija Istarska (Malvasia Istriana) e gustare un piatto di pesce fresco.
Noi per l’occasione abbiamo scelto il A&D grill restoran situato in uno scenario incantevole. Proprio di fronte infatti ci sono le prime propaggini dell’isola di Cres.
In secondo piano invece, si riesce ad intravedere il profilo settentrionale dell’isola di Krk. Sulla sinistra invece Fiume si rivela in modo cristallino soprattutto se illuminata dai caldi raggi del sole.
A proposito, al seguente link trovate una selezione dei piatti tipici da provare in Istria e nel resto del paese.
Circuito di Abbazia – Preluk
Entrando o uscendo da Opatija in direzione di Matulji, vi consigliamo di buttare lo sguardo sulla curva a gomito. Rappresentava l’estremità settentrionale del famoso circuito stradale di Preluk.
Qui si disputarono corse automobilistiche ed il Gran Premio di Jugoslavia di motociclismo valido per il campionato del mondo. Nel 1974, nella classe 350cc, vinse Giacomo Agostini.
Il circuito si snodava lungo la strada costiera che collega Opatija a Rijeka, tra curve, saliscendi, strapiombi e muretti in calcestruzzo protetti alla meno peggio da balle di paglia.
Fu chiuso nel 1977 in seguito alle proteste dei centauri per la mancanza dei requisiti minimi di sicurezza.