La Sicilia Sud Orientale è ricca di luoghi storici, artistici e culturali.
Ma se volete ritagliarvi una giornata di completo relax da vivere in un contesto ambientale unico, allora la Riserva di Vendicari è quello che fa per voi.
Un’oasi di pace e tranquillità che noi abbiamo amato fin da subito.
La Riserva Naturale Oasi Faunistica, questo è il nome completo, è nata ufficialmente nel 1984, anche se era già stata prevista da una legge della Regione Sicilia emanata nel maggio del 1981.
L’area costituisce un’importante punto di interesse naturalistico che offre protezione a diverse specie di uccelli acquatici, residenti e migratori.

Una caletta
La storia della Riserva però ha origini remote tanto che diverse testimonianze archeologiche riconducono la presenza dell’uomo in questa zona fin dall’era ellenistica.
Poco distante dalla spiaggia di Marianelli infatti sono presenti della cave di pietra, dette latomie, datate V secolo a.C.
Vennero utilizzate nella città greca di Eloro per la costruzione di monumenti ed edifici sacri.
Cosa trovate in questo articolo?
Una serie di consigli e informazioni utili per visitare la Riserva di Vendicari, in base alla nostra esperienza personale.
Come tutti gli articoli che trovate sul blog.
Indice
- Come arrivare alla Riserva di Vendicari
- Itinerari escursionistici
- Visita alla Riserva di Vendicari, la nostra esperienza
- Info e Consigli utili
Come arrivare alla Riserva di Vendicari
La riserva si raggiunge dalla SP19 che collega Noto con Pachino e presenta cinque ingressi.
Da nord a sud in rapida successione troviamo:
- Eloro: antiche rovine della città greca di Eloro e relativa spiaggia;
- Marianelli: spiagge di Eloro e Marianelli;
- Calamosche spiaggia;
- Vendicari: è l’ingresso principale della riserva di Vendicari, dal quale si raggiungono la Tonnara, la Torre Sveva e la relativa spiaggia;
- Cittadella: Trigona Bizantina, Cittadella di Maccari e necropoli Bizantine.
Le più importanti località della zona distano solo pochi chilometri dall’ingresso principale di Vendicari:
Noto 13, Avola 17, Marzamemi 11, Siracusa 43 e Modica 38.
Riserva di Vendicari: itinerari escursionistici
L’area naturalistica scorre in senso longitudinale lungo la costa tra Avola e Marzamemi per una lunghezza di circa tredici chilometri.
Secondo noi è impensabile visitarla completamente in una giornata. Per questo motivo il sito ufficiale dell’oasi propone tre itinerari specifici così censiti:
Itinerario Blu (lunghezza di 5,60 chilometri):
si snoda nella parte settentrionale della riserva. Ha inizio nei pressi dell’ingresso di Eloro, poi scende giù fino a toccare la spiaggia di Marianelli.
Infine termina nella splendida spiaggia di Calamosche.

Sentiero Arancio
Itinerario Verde (lunghezza di 5,10 chilometri):
il percorso si sviluppa nella parte meridionale. Il punto di partenza coincide con l’ingresso Cittadella, adiacente la spiaggia di San Lorenzo.
Poi si sale verso nord toccando la Cittadella Maccari, la Trigona, le necropoli bizantine ed infine termina nei pressi della vecchia Tonnara.
Itinerario Arancio (lunghezza di 4,40 chilometri):
si snoda nella parte mediana dell’oasi e ha inizio appena varcato l’ingresso principale di Vendicari.
Durante il cammino si toccano la spiaggia di Vendicari, la Tonnara, la Torre Sveva e infine termina sulla spiaggia di Calamosche.
Noi abbiamo percorso quest’ultimo sentiero.
Visita alla Riserva di Vendicari: la nostra esperienza
La visita alla Riserva di Vendicari l’abbiamo inserita all’interno di un viaggio itinerante alla scoperta delle bellezze della Sicilia Sud Orientale.
Lasciata l’auto sul bordo della strada sterrata che porta verso l’oasi e superato il portone d’ingresso, una breve passerella in legno ci immette sul percorso delimitato da una staccionata in legno.
Sulla sinistra uno specchio d’acqua stagnante delimitato da canne di palude e cespugli giallastri di lotus edulis.
In lontananza, nei pressi di una costruzione in disuso situata su un’isoletta, avvistiamo i primi esemplari di uccelli.

Un pantano
La riserva presenta un habitat multiforme suddiviso in vari biotopi.
Costa rocciosa, costa sabbiosa, macchia mediterranea, pantani di acqua salmastra e dolce, saline, garighe ed infine anche aree coltivate.
Il piano paesaggistico regionale li ha raccolti in un unico ecosistema costiero, chiamato il Biotopo Complesso di Vendicari.
Il cielo è terso ed i raggi del sole riscaldano questa splendida giornata di inizio autunno. Dopo poche decine di metri, sulla nostra destra rispetto alla direzione di marcia, incontriamo il primo belvedere.
Da qui è possibile ammirare le spiagge di sabbia fine e chiara di Vendicari a Noto, oltre a quella di Vendicari sullo sfondo.
Sulla sabbia si sono accumulate le caratteristiche alghe di posidonia. Il mare presenta tonalità azzurre e un fondale sabbioso poco profondo.
In questo periodo non è possibile incamminarsi lungo la battigia in direzione sud, in quanto il tratto di costa è chiuso perché è il periodo della schiusa delle uova di tartaruga.

La vecchia Tonnara
Sullo sfondo si stagliano i resti della vecchia Tonnara e della Torre Sveva, che raggiungiamo con una piacevole passeggiata di pochi minuti.
Dell’edificio a terra della Tonnara non rimangono che alcuni resti.
In passato comprendeva la zona della lavorazione del tonno, il magazzino di approvvigionamento e le abitazioni delle maestranze. Oggi invece troviamo solo alcuni tratti dei muri perimetrali in grossi blocchi in pietra giallastra e le alte colonne interne.
La pesca del tonno ha origini antichissime in questa zona della Sicilia, tanto che si hanno testimonianze fin dalla preistoria grazie a una serie di incisioni rupestri.

Sentiero Arancio
Folate di vento intanto ci accarezzano le guance e ci offrono un gradito refrigerio.
La Torre Sveva sorge sulla riva della baia e sembra sia stata costruita per volere di Pietro d’Aragona nel XV secolo.
L’edificio aveva carattere difensivo per i magazzini, dove venivano stoccate le derrate alimentari destinate al commercio. Si presume infatti che questa zona fosse un centro portuale per tutti i villaggi rurali delle vicinanze.
L’attività militare della torre durò con alterne vicende fino al 1867, quando il governo italiano la inserì nella lista degli edifici militari da alienare.
Rispetto alla costruzione originaria la torre è priva quasi completamente dell’ultimo piano, tranne per la parete nord, della copertura e della terrazza.

Interno dell’ecomuseo
Poco più a nord della torre sorge un basso edificio con l’intonaco scrostato, le porte ad arco ed è tinteggiato di colore celeste.
Ospita il centro visite e l’interessante ecomuseo, che vi consigliamo di visitare.
Nel cortile esterno invece, sotto ad alcune piante, c’è un basso muretto in pietra. È il posto ideale per una sosta di ristoro o per consumare lo spuntino di metà giornata.
Proseguiamo il nostro tragitto in direzione nord.
Sulla nostra destra troviamo un litorale roccioso e una piccola area archeologica interdetta ai visitatori. Sulla sinistra invece il sentiero è delimitato da un muretto a secco.
Oltre la parete lo sguardo si perde in una distesa di magnifici cactus. Nel terreno rossastro spuntano qua e là tonalità violacee dei fiori di limonium siracusano.

Distesa di cactus
Man mano che procediamo incrociamo un’incredibile varietà di flora: palma nana, cespugli di lentisco, timo, ginepro, mirto e fillirea.
Arriviamo ad un capanno in pietra, è il luogo adatto per concederci una sosta, sorseggiare un po’ di acqua fresca e provare ad avvistare la fauna.
Il pantano piccolo è distante e quindi è necessario avere un binocolo in dotazione per poter distinguere le varie specie.
L’oasi ospita oltre cinquanta famiglie di uccelli tra cui i fenicotteri rosa.
Molte specie sostano a Vendicari durante le lunghe migrazioni primaverili e autunnali che dal nord Europa le portano verso le zone umide di svernamento e nidificazione della Tunisia.
In questo tratto il sentiero è cosparso di sassi e pietrisco ed è delimitato da cespugli di macchia mediterranea. Violente onde del mare intanto catapultano nelle calette detriti di vario genere.

Costa di Vendicari
Concludiamo la nostra camminata nell’incantevole spiaggia di Calamosche, la più famosa della riserva.
La lingua di sabbia si estende per circa 200 metri, è delimitata da due promontori ed è raggiungibile tramite una scaletta in pietra.
In questo tratto il mare è sempre calmo e cristallino e si presta perfettamente per attività di immersioni, lo snorkeling.
Nel 2005 la spiaggia fu insignita del titolo “Spiaggia più bella d’Italia” dalla Guida Blu di Legambiente.
C’è poca gente in giro, solo alcuni turisti come noi. Prima di riprendere la strada del ritorno ci concediamo una sosta in questo paradiso.
Rimaniamo alcuni minuti seduti sulle scogliere ad ammirare il paesaggio. Seguiamo con gli occhi i giochi delle scie di schiuma lasciate dalle onde che si infrangono sulle pareti di roccia.
Info e Consigli utili
Se fate l’escursione in calde giornate di sole ricordatevi di portare con voi una buona scorta d’acqua.
Vi consigliamo inoltre uno snack leggero da consumare durante il cammino, un berretto, la crema solare protettiva e comode scarpe da trekking o da ginnastica.
Gli appassionati di birdwatching invece devono dotarsi di cannocchiale per apprezzare la fauna come si deve, anche nei punti più lontani dai capanni.
2 commenti
Sara de Colle · 5 Giugno 2018 alle 16:46
La Sicilia non delude mai…! Ottima mini guida, grazie Stefano!
Stefano Tomada · 7 Luglio 2018 alle 15:28
Grazie Sara! Ero stato in Sicilia nel lontano 1983, subito dopo il diploma, e mi era rimasta nel cuore. Ho atteso 34 anni prima di tornarci, troppi, una vita. Ma non mi ha tradito, l’ho trovata come me l’aspettavo, un posto da amare.